lì Santuario minoico di Cannatello presso Girgenti 267 nel fiume vicino. Anche nel foro romano, intorno al Lapis ni-ger1), si trovò la sabbia fluviatile di Ponte Molle distesa sopra un piccolo strato di carbone e messavi collo scopo di purificazione, dopo che i Galli avevano distrutto il sepolcro di Romolo. Gli astragali, tanto comuni nel terreno neolitico di Creta, erano anche qui nel santuario. Presso il Lapis niger vennero in luce centosessantaquattro astragali, tutti di pecora, diciannove dei quali hanno un buco che li attraversa, trentuno sono spianati intenzionalmente. Mi rammentavo che una collezione identica di astragali ovini si conserva nel Museo di Siracusa, proveniente da Megara Hyblea, ed un’altra l’ho veduta nel Museo di Lecce. Parecchi astragali del foro romano sono verdi, per essersi trovati in contatto con un filo o qualche oggetto di bronzo, e sono pure verdi nello stesso modo gli astragali del Museo di Siracusa. Vicino al santuario, un altro pavimento di terra battuta, a tre strati, dei quali il superiore era di calce, mi faceva pensare alla cella delle sacerdotesse che compievano i riti della religione minoica, come nei santuari di Phaestos e Cnossos, dove sono tre stanze vicine. Anche i pestelli trovai, coi quali le sacerdotesse trituravano i colori per dipingersi la pelle; e intorno erano le corna votive e i frammenti dei vasi preziosi di argilla nera splen dente. Nella risurrezione di questo santuario pensavo alle lotte del pensiero umano, quando i navigatori minoici approdarono sulle spiagge della Sicilia con altri riti, con altre credenze, per adorare il mistero della realtà, e predicarono l’origine della vita, il culto della natura e la religione di Gea madre degli Dei. 11 lettore si sarà accorto (senza che glielo confessi) che sono entusiasta della religione minoica. Nessun’altra religione dell’antichità si sollevò più in alto nel campo dell’astrazione; nessun popolo ebbe (per quanto sappiamo), prima del Minoico, una religione più ideale e più pura. Non templi, non feticci, non antropomorfismo, non l’adorazione degli animali2). Sui monti e nelle caverne si contemplava il mistero della natura feconda, e la religione si inspirava alla bellezza. Le donne erano le sacerdotesse; e quale supremazia, quale finezza ed eleganza avessero le donne cretesi, lo vediamo negli affreschi di Cnossos, che segnano le pagine più gloriose della donna nell’antichità. L’indipendenza della religione minoica dalla religione egiziana, 5) Boni, Notizie degli scavi (R. Accad. IÀncei, 1899, p. 153). 2) Karo, Allkrctische Kultstatten (Archiv für Religionsicisxenschaft, VII, pp. 117, 155).