L’arte neolitica occidentale 117 Le statue sono pure in Francia tutte donne: uguali gli abbigliamenti, la disposizione dei capelli sul capo, la cintura, la mancanza delle braccia, e le donne steatopige sono mescolate alle donne normali. Le figure nell’epoca della renna presentano una stilizzazione, secondo l’abbate Breuil '), con semplificazione progressiva tale delle forme, che il profilo di alcuni animali adoperati come decorazione, finisce per divenire irreconoscibile. Questa degenerazione osservasi pure nelle incisioni rupestri delle Alpi marittime studiate dall’Issel, dove sono rappresentati animali bovini. I paletnologi sono d’accordo col Reinach nel considerare tale stilizzazione come effetto delle manifestazioni religiose. Se fosse vera questa ipotesi, avremmo un nuovo legame fra l’arte orientale ed occidentale nella rappresentazione degli animali per scopo sacro. Il fatto che nell’Oriente classico non si trova un quadro il quale rappresenti così fedelmente una grande raccolta di animali come quello scoperto nella caverna di Altamira (nella provincia di Santander nella Spagna), rimane un mistero per la storia dell’arte. L’essere tale monumento in una regione ricca di minerali e poco lontana dalle sponde dell’Atlantico, fa supporre il suo collegamento per la via del mare con altri centri artistici che non furono ancora scoperti. Comunque sia, neppure gli artisti greci dell’epoca migliore mostrarono uguale slancio nel copiare gli animali: vi sono bisonti che saltano e cavalli galoppanti nelle pitture di Altamira, che rimangono modelli insuperati dei verismo. Il profilo disegnato con maestria fu completato per mezzo della colorazione policroma, dove si vedono i colpi del pennello e le raschiature per dar risalto, con ritocchi più chiari, o per segnar meglio una parte del corpo. L’essere latte le decorazioni in alto nella vòlta delle caverne, dove non penetrava la luce, rende più poetiche queste manifestazioni dell arto, che sembrano inspirate dal sentimento religioso. *) Breuil, Academie dee inscriptiom. (Compie» reruluf, 1905, pag. 10 j>.