L'agricoltura alla fine dell’età neolitica 277 :i. L’agricoltura alla fine dell’età neolitica. In quasi tutte le torbiere descritte dal Gastaldi si osservò che i tronchi delle palafitte erano carbonizzati nella parte superiore e sotto vi erano le traccie delle abitazioni distrutte dagli incendi. Dentro le palafitte, nella Svizzera *) trovaronsi i resti delle civaje neolitiche, e negli escrementi accumulatisi nel fango, cercarono i naturalisti i semi delle frutta che mangiarono gli uomini primitivi trovandovi i noccioli di ciliegie e di prugne. Giulio Cesare descrisse i Germani che vivevano in stato seminomade, e più tardi Tacito racconta nella Germanias) : “ Quando non sono alla guerra, attendono qualche poco alla caccia. Non li faresti arar la terra per aspettare un anno,,. Le popolazioni al di qua e al di là delle Alpi erano al finire dell’età neolitica molto più innanzi che non fosse il popolo Ario, perchè gli scavi nelle palafitte mostrarono che esse coltivavano con cura il frumento, l’orzo, le fave, la segale, il miglio, le lenticchie, i ceci, ed altri legumi. Non erano più gente che vivesse di caccia, ma si mantenevano col prodotto degli armenti, della pesca e dei campi. La carbonizzazione dei resti vegetali prodotta dagli incendi fu utile per la conservazione dei semi e dei frutti, che colle grinze della polpa essiccata son bene riconoscibili. Nella stazione neolitica di Butmir si poterono studiar bene i semi dei cereali, perchè se ne trovarono molti alquanto carbonizzati, forse non per incendio, ma abbrustoliti per mangiarli. 11 frumento era della specie di quello trovato ad Ilissarlik dallo Schliemann. Il pino, il larice e l’abete erano comuni nelle prealpi. Forse alcune piante, come le nocciole, erano più abbondanti e servivano come alimento, a giudicare dal grande numero di Cori/lus avellana che trovaronsi nelle palafitte del lago di Varese e in quello del Fimon presso Vicenza. Nelle foreste dominavano le quercie, gli olmi ed i faggi, ed intorno, nei prati, crescevano gli ontani, i pioppi e gli aceri, e lungo i fianchi dei colli fiorivano le rose canine, le fragole, i papaveri e molti arbusti, dei quali trovaronsi 1) NEtiWEiLEB, Die prähistorischen Pflanzenreste Mitteleuropas ( Vierteljahrsschrift der Naturforschentlen Gesellschaft in Zürich, 1895, anno I, p. 23-132). 2) Tacito, La Germania, XIV, XV7.