L’accordo dell'archeologia coll’antropologia 321 La vita uniforme e la rassomiglianza (per non dire l’identità) che ebbe la civilizzazione neolitica nel bacino del Mediterraneo, trova una spiegazione negli studi antropologici. È lo stesso popolo, sono gli uomini del medesimo sangue che cooperarono all’opera grandiosa di gettare le basi della civiltà moderna. È la schiatta colla testa ovale, od allungata, e dai capelli bruni che conduceva fuori dalla barbarie la stirpe umana. La minoranza degli uomini colla testa rotonda che trovaronsi nella parte orientale dell’Europa non ebbe un’influenza sulla civiltà neolitica. (ìli studi antropologici si accordano pienamente coll’archeologia e anche qui l’Egitto e Creta ci servono di guida, perchè in questi paesi non solo si conosce con maggiore approssimazione la cronologia assoluta degli scheletri, ma quivi sono più numerosi e più antichi che non sul continente i crani che vennero in luce. La densità della popolazione neolitica fu maggiore di quanto non si credesse. In Francia il Déchelette fece l’inventario delle stazioni neolitiche (e speriamoche presto qualcuno lo faccia anche per l’Italia). In sessantasette dipartimenti si trovarono le traccie delle abitazioni neolitiche: anche nella Spagna e nella rimanente parte dell’Europa sono comunissime le tombe e le capanne corrispondenti. Tale grande estensione della superficie occupata dai popoli neolitici, basta per escludere l’ipotesi che le armi di pietra liscie ed arrotate, che la ceramica e gli animali domestici fossero importati dalla emigrazione di un popolo orientale. Nel bacino del Mediterraneo (ed in grande parte dell’Europa) gli uomini passarono allo stato di civiltà perfezionando le loro industrie per una evoluzione spontanea, per le relazioni commerciali dei vari paesi e specialmente per l’influsso sociale che esercitavano le comunicazioni marittime. Ora che è caduta la dottrina del popolo Ario e degli Indoger-mani, dobbiamo riconoscere nella uniformità della stirpe una ragione efficace per spiegare l’uniformità della coltura mediterranea. Nella lunghezza del tempo che intercede fra l’età paleolitica fino a quella del bronzo, non troviamo nell’archeologia e nell’antropologia le traccie di popoli invasori che abbiano sterminato le popolazioni delle quali conquistarono il terreno e la patria. Nè fu l’incrociamento delle razze che abbia giovato ad un’ascensione più rapida della civiltà, perchè i maggiori progressi li aveva già compiuti da sola la razza mediterranea prima della storia. Gli uomini colla testa rotonda o brachicefali, venuti dall’oriente, non sono quelli ai quali l’Europa debba aver riconoscenza per le origini della sua civiltà, e questo Io vedremo meglio nei seguenti paragrafi. A. Mosso, Le origini della civiltà mediterranea. 41