LIBRO DUODECIMO. 725 gli altrui, che a proferire i proprii configli, riufciva timido, 1642 & irrefoluto. Il Richelieu , difponendo anche in morte della Reale volontà, haveva lafciato herede del pollo fuo il Maz- madigli zarini, pregando il Rè a flabilirvelo, & a mantenerlo per pregato negli importante fervitio della Corona ; mentre , inllrutto da lui de gli affari , de gl’ intereffi, e difegni, 1’ haveva trovato in cbeiuuafo-tutto d’ ingegno tanto eccellente , che pareva nato a quel folo , Canarini e che veniva fecondo le occorrenze variamente impiegato. Il Rè, confortato dalla Moglie ., non inchinava a lafciare la conforti * direttione delle cofe a’ confidenti del morto , per l’odio , de!!a r • r 1 *1 i* * & * e che umverfalmente vedeva contra il di lui nome. Perciò a- proprie in* fpiravano molti altri al favore, e v’impiegavano Parti di Corte, che vuol dire, fraudi, e rigiri : di che il Rè naufea^ to, overo temendo, che con lamutatioue, e novità de’Mi- dall' arti niftri, s’intermetteffe il corfo degli affari, e la felicità del- drs^-°ncer~ l’armi, confermò quei del Configlio, & al Cardinal Mazza- » pèrfuaf« rini conferì’1 primo pollo, e il favore. Venendo i Maggiori di lui dalla Sicilia, egli era nato in Roma con nobili , an- »?• corche tenui, principii della Fortuna : ma , fdegnandone i „'”„1fmeno primi elementi, dalla militia, che Capitano di Fanteria efer- loMf^°rinì citò in Valtellina, palìàndo al negorio di Piemonte, da que- «1favore. fio alla Prelatura, & alla Nunciatura di Francia, e di là al- la flretta confidenza di quella Corona, con la di lei nomi- dell’ armi. natione al Cardinalato, pareva giunto dove non gli addita- £££¡1'* vano nè meno le fue proprie fperanze . Vedendo il Riche- lieu cadente, fotto Perpignano , egli pensò d’allontanarfi dal fi! " fulmine, e procurò d’effer’inviato in Italia fotto pretello d’ bere*ef°’ ' n 1 1 • rr i ■ i i'» r \ * • Pra cin‘ lua aggiuitare le differenze di Parma col Pontefice. Ma, ricu- credere dei. fandolo il Duca, come fuo diffidente , ò per vecchi difguili, ^ F^èh-per la dipendenza, che, il Mazzarini dal Cardinal’Antonio ì,eu■ teneva, fervi quell’ intoppo di sbalzo alla fua fortuna ; per- JZ™L-che, col rifurgimento del Richelieu dall’ infidie , continuali- p™“' do alla Corte , potè fuccedergli anche nel pollo. Egli però togliendo eflero , e fenza appoggi, anzi co^ll’ odio , che dalle ceneri itef-fe del Richelieu furgeva contra quei, eh’erano flati fuoi con- prie. fidenti, conofceva d’ efercitare un precario comando. Perciò fi /^rigovernava di modo, che, a Lodovico lafciando del governo mirabile de-. il guflo, ma alleggerendogli ’1 pefo, pareva Miniilro più to-H. TSLani T. L Z z 3 fio,