LIBRO DECIMO. 559 da »li fìeilì Francefi per gl’improfperi eventi poco lodate le Armi , procurò di fofpendere il giuditio de’ Popoli con imprimere in loro fperanze di trattati alla Pace. Ma, mentre i Venetiani ftudiavano di conciliare le comuni difcordie della Chriftianità , s‘ accrebbero col Pontefice le loro proprie amarezze . Ripigliato veramente da’ Miniftri Francefi '1 negotio del Confule d’ Ancona, era ftato in fine comporto ; onde 1’ Oberti fù ammeiTo alla carica , e poco dopo dal Senato gli fu conceduta licenza di ritirarli per qualche tempo da quella Città. In confeguenza, rimette I’ audienze, fi ripigliò la ne-gotiatione de’ Confini, trattandone in Venetia il Signor della Tullerie, Ambafciator Francefe, co’due già Deputati, Nani , e Soranzo, con propofta di tirare una linea , che, Tempre terminandoli in terra , non lafciava altra difficultà , fé non d’aggiuftare, che , da gli Alvei del Pò cambiandoli cor-fo , e cavalcando ia linea , fé quello della Donzella di là paf-faiTe, s intendere del Dominio Ecclefiaftico, & all’incontro quello di Goro, venendo di quà, forte de’ Venetiani. Ma i Miniftri Pontifitii, dopo havere nel corfo della negotiatione cambiati più volte partiti , nello ftringere fopra il predetto progetto pretefero che Portoviro dalla loro parte redatte . Non è quefto , che un veftigio d’ Alveo angufto, ò più tofto un follo paluftre. Ma perche troppo addentro la linea prendeva , & era luogo di certa giuridittione de’ Venetiani, non volevano effi preftarvi l’ailenfo j con approvatone de’ France-li, che fi dimoftravano per la novità della pretenfione con-tra i Pontifitii commoflì. Da più grave accidente fù poi ver-fo il fine dell’ anno quefto, & ogn’ altro negotio con Roma fconvolto ; perche, appena partito di quella Città Luigi Contarmi , Ambafciatore, c’ hebbe permifTìone dal Senato di portarli in lofcanaad alcuni Bagni, & indi alla Patria, lafcian-do , finche il Succeffore giungefte , Francefco Maria Roffi , luo Segretario alla Corte j fi fcoprì in Sala Regia ( è quefta l i più celebre del Vaticano, dove s’accolgono dal Pontefice le folenni Ambafciate de’ Rè , le quali chiamano d’ obbedienza) alterato 1’Elogio , che commemorava il merito, acquifta-to dalla Republica nella difefa d’ Aleflandro Terzo, Sommo Pontefice, contra Federico Barbarofla, Imperatore, già quafi cin- 1635 ptr le ria' [citepoct felici ajfen-tendovi Hf. cbelieu . trà quefl i maneggi non mcando a Venetiani nuovi dif-piaceri co* Roma. aggiuntati gli Iconcerti d' Ancona , con riajju-merfiPaffare de'Confini . ma quejlty & ogni altro fcompi-gliatofi, per Palteratone dell' Elogio d'A-le)fandrò • III.