L’opera scientìfica XXI travedere nelle idee del Mosso una concezione dell’ Universo in antitesi col monismo moleschottiano. Invero, coll’assegnar grande significato ad alcun passo dei suoi libri popolari e al discorso Materialismo e misticismo, ei potrebbe sembrare alfiere d’una bandiera filosofica, la quale non sarebbe stata più quella che annunciò d’aver spiegato nel 1880 (colla prolusione Psicologia e fisiologia sperimentale) per continuare le tradizioni del suo primo maestro. Ma chi ebbe campo di osservare da presso le esplicazioni e gli atteggiamenti del pensiero nel nostro fisiologo, non potrebbe scrupolosamente informare ch’ei professasse un’opinione filosofica risoluta, e che del filosofo possedesse in alto grado l’indole e l’abito mentale. Vibrante di sentimentalità, se molto profitto trasse dalla sua emozione come da un fervore eccitante alla indefessa ricerca dei fenomeni isolati, non avrebbe attinto da quella la fredda serenità per la speculazione sintetica. Quella finale indeterminatezza, quello stato vago in cui egli si compiaceva talora lasciare un problema, dopo aver cercato di sviscerarlo, e che costituisce uno degli allettamenti della sua forma espressiva, corrispondeva a un intimo piacere del suo temperamento poetico. Nelle generalizzazioni che udivamo fare da lui, ion sempre irremovibile e non sempre su un congruo numero di casi, certo era meno forte che nel districare questioni a confini d lineati. Riconosceva di essersi troppo dedicato a trovare per aver tempo di rimeditare i trovati propri e gli altrui; e che, d’altra parte, i grandi conoscitori non sono tempre da Laboratorio. « M’hanno garantito in Inghilterra — disse una volta — che Erberto Spencer, se fosse chiamato al microscopio, non saprebbe distinguere un filo ‘la una fibra nervosa!» — L'ombra di qualche scotolila parziale nella sua coltura filosofica si notava anche se non avesse confessato che il programma sperimentale di tutti i giorni gli aveva impedito di estenderla, anche se non si fosse rammaricato di ignorare affatto Kant: il che del resto — se è vero che non ne avesse avuto gran sentore nemmeno il Leopardi — non esilierebbe dalla filosofia. Le affermazioni ufficiali della sua fede filosofica lo collocherebbero in quel partito neutrale (La Paura, pag. 106-07) dell’agnosticismo o dell'ignorabimus, che non sta nè per la materia nè per Io spirito, e di cui cominciò la voga tra i cultori di scienza, sul cadere del passato secolo; ma non è difficile rinvenire in pagine poco discoste pronunciamenti di deciso determinismo meccanico o ipotesi materialistiche. Limitiamoci ad alcune citazioni : « Quanto più Progredisce la fisiologia, altrettanto più va restringendosi l’impero del libero arbitrio e si accresce il numero dei movimenti irresistibili. » (La Paura, pag. 62 e un quid simile a pag. 65). « Ciò che molti credono una libera scelta è una fatale necessità, una catena