196 LA COLORAZIONE DEL CORPO E I DISEGNI STAMPATI SULLA PELLE Vedemmo nella fìg. 57 armi di pietra e di rame colorate in rosso per il rito funebre; due freccie presso lo scheletro di Sgur-gula trovaronsi pure colorate in rosso, ed al cadavere erasi data la posizione rannicchiata caratteristica. Per brevità non mi addentro in questo studio, pel quale mi mancano altre osservazioni proprie, oltre quelle del Pulo e di Can-natello che ricordai. Nella Russia meridionale abbondano gli scheletri colorati in rosso, che hanno le gambe ripiegate contro il torace. Nell’ultimo Congresso internazionale di Storia tenutosi a Roma, il prof. G. Kulakovskia) fece una comunicazione sugli scheletri colorati. Nelle tombe a tumulo, nelle quali trovò gli scheletri colorati, vi erano lancie di bronzo. La materia rossa fu gettata in tale abbondanza sui cadaveri che tutto lo scheletro ne è ricoperto e si trovano pezzi di ocra grossi come un uovo di piccione. Contrariamente all'opinione di Virchow2), che ammette la doppia sepoltura e la colorazione postuma degli scheletri trovati in Germania, il prof. Kulakovski crede che il color rosso venisse gettato sui cadaveri. Egli dice, che nel 1896, a Belbek, trovò una tomba fatta con quattro grandi lastre dentro un tumulo. Levata la quinta lastra, che serviva di coperchio, si videro due scheletri rannicchiati intatti e su di essi eravi una larga striscia di color rosso che stendevasi facendo dei zig-zag da un corpo all’altro. Il colore, là dove la striscia passava da uno scheletro all’altro, erasi pure disteso sul terreno fatto con ciottoli. Tutte le piccole ossa delle falangi nelle mani e nei piedi stavano cosi esattamente al loro posto, che nessun anatomico (dice Kulakovski) poteva metterle cosi bene in due scheletri collocandoli di fianco ripiegati. La spiegazione sembra ragionevole, ed è probabile che l’ocra gettata sul cadavere e sopra i vestiti possa giungere sulle ossa distruggendosi i tessuti organici per mezzo della putrefazione. Ciò però non esclude che nella doppia sepoltura si colorisse direttamente lo scheletro, come nel cranio di Sgurgola del Museo romano. In Spagna si trovarono scheletri colorati in rosso ed in nero3) dentro tombe, che appartengono alla prima età del bronzo, con numerose piastrine di pietra come quelle egiziane che servivano per macinare i colori. La spiegazione data dal russo Kulakovski non serve pel cranio di Aryar descritto dai fratelli Siret4), il quale presenta una fascia di cinabro con margini netti sulla fronte a somiglianza di un diadema. Kclakovski, Sur la quest ion des squelettes colorés, 1904, Sez. IV, p. 673. 2) Zeitschrift fiir Etimologie, 1898, p. 71. s) Dìchelette, Reme Archéologiqiie, XII, 1908, p. 229. 4) H. L. Siret, Les premiers àges du métat, p. 157, tav. XX.