Vili ANGELO MOSSO della fisiologia e i loro laboratorii, Claudio Bernard, Brown-Séquard, Bouchard, Ranvier e forse più particolarmente Giulio Stefano Marey, del quale dovevano interessarlo i sottili accorgimenti escogitati a perfezionare la grafica e i metodi fisici. A Torino ripiglia la frequenza operosa all’Instituto di Fisiologia e la famigliarità col Direttore, che sul finire del ’75 lo premia col guadagnato onore di presentargli all’Accademia delle Scienze il primo lavoro: Sopra un metodo per scrivere i movimenti dei vasi san-guigni dell'uomo, portante in testa il nome di Ludwig. Abilitatosi alla libera docenza in Materia Medica, si ebbe di lì a poco (i,° novembre 1875) l’incarico per l’insegnamento ufficiale; e su quella cattedra percorse tutti i gradi fino all’ « ordinariato » pel quale, a causa dei sempiterni impacci o intrighi burocratici, dovette attendere un anno in più ; e che gli fu statuito in base al noto articolo della Legge Casati su meriti eccezionali, nonostante la tiepidezza di qualche Commissario, più tenero delle lezioni accademiche che dei risultati di Laboratorio. Dolendosi della duplice difficoltà, con franchezza e giusto sentimento di sè confidavasi al suo leale sostenitore: « La mia promozione immediata più che un onore è una questione di esistenza, perchè non potrei tirare più a lungo in mezzo allo squilibrio finanziario a cui sono obbligato dai doveri che ho verso la mia famiglia.... Ho la coscienza di avere altrettanti titoli scientifici quanto qualsiasi altro professore ordinario di Materia Medica in Italia. » (Lettera del 28 maggio ’78). « Mi sento umiliato dal presentimento di vedermi giudicato severamente da alcuni colleghi che, se 11011 ho superato, potrò presto superare nel campo della scienza. » (Lettera del 21 novembre ’78). Ai giorni di tale legittima aspirazione, quantunque nell’autunno del '78 una non breve malattia gli avesse interdetto ogni attività, aveva al suo attivo ventitré memorie originali, e, nel novero, le prime capitali esperienze sui movimenti circolatorii del cervello, che. insieme al pletismografo, all’ergografo, alle ricerche sul respiro e alla termometria cerebrale, formano come il piedistallo pentagono della onesta sua fama. Non era ancor risolta la sua promozione ad Ordinario di Materia Medica che era già disposto a rinunziare al vantaggio per sfidare il cimento d’un nuovo concorso nella Fisiologia e per poter succedere al Moleschott, chiamato alla « Sapienza » di Roma. Appena lettane la notizia nei fogli cittadini (27 novembre 1878) chiedeva al Ministero l’apertura del concorso e frattanto 1 assegnazione dell’Incarico: nella stessa ora annunziava l’intendimento suo al Maestro con una lettera che meriterebbe d’esser trascritta intera per la nobiltà onde vi si armonizzano l’amore riconoscente del discepolo, la melanconia del distacco, l’ambizione della gloriosa eredità e la consapevolezza di sentirsene più che altri degno.