I progressi della ceramica nell’età neolitica 43 tare queste macchie rosse, gialle e bigie che produceva la cottura a fuoco libero, essi imparano a cuocere la ceramica line, nera come ebano, e lucente. Per ottenere la cottura perfetta e mantenere la superfìcie interna ed esterna dello stesso color nero intenso senza macchie, occorreva scaldare ad una temperatura elevata i vasi di terra nera senza lasciarli venire in contatto colla fiamma o colla cor- Fig. 29. — Coppa della quale si ricompose il profilo con un frammento. rente dell’aria riscaldata. Tali forni chiusi, ora si chiamano muffole. Esaminando l’argilla col microscopio, essa trovasi tanto omogenea e fine che certo gli stovigliai d’allora sapevano lavarla ed estrarre coll’acqua la parte più sottile che rimaneva per qualche tempo sospesa. Nella pasta dei vasi grossolani trovatisi frammenti di quarzo, di Fig. 30. — Due piedi di coppe neolitiche di terra nera lucida visti di profilo A e di sotto B. mica o di granito che impiegavansi insieme alla sabbia come cemento per diminuire la plasticità della pasta e renderla più resistente al fuoco. Si può quindi ritenere che i processi tecnici fonda-mentali dell’arte ceramica furono scoperti nell’età neolitica, compreso l’impiego delle materie sgrassanti (o cemento); e che 1 uso dei forni isolati dalle fiamme, erano già conosciuti fino dall età neolitica. Nella letteratura e nella archeologia erasi perduta ogni traccia