L'opera scientifica xv oltre al disporre dell’accennata robustezza critica, aveva il dono di colpire rapido e sicuro il centro delle intricate quistioni singole, deliberatamente circoscritte; di trovar poi tre o quattro raggi cardinali verso quello convergenti; e di percorrerli successivamente onde arrivare, per l’uno o per l’altro, al segno ad ogni costo. Non amava smarrirsi per sentieruzzi, batteva le grandi strade. Anche l’amplissima sua coltura, sì la scientifica che la generale, era fatta di tutte le linee più importanti; meno padrone era dei particolari infimi; egli non lo ignorava, ce lo diceva lasciandoci indovinare il ; suo giusto pensiero: cioè che ordinariamente i mediocri riescono a ritenere ogni cosa, gli eruditi rimpinzati come scaffali di biblioteche, i perfetti assimilatori, possidenti miniere di letteratura scientifica, ai quali però manca la possibilità di coniare una sola moneta |con il personale suggello. Ma per quanto determinismo si professi, per quanto si dissotterrino i semi e le radici d’ogni germoglio, alcune meravigliose fioriture dell’intelletto non sono riportabili a fattori semplici e definiti, e non possono connettersi che colla determinante complessa vaga della genialità. Se ad Angelo Mosso si contestassero estri di genio, rinunzieremmo ad intendere come egli, pur non abbracciando tutto lo scibile fisiologico de’suoi tempi, gli abbia aggiunto bualche zona inesplorata, e come, non precisamente biochimico, fibbia scoperto il veleno nel sangue dei murenidi e gittato solide !>asi alla dottrina dell’acapnia ; come, non istologo specialista, sia Sortito iniziatore delle ricerche sull’isotonismo ilei corpuscoli rossi; pome, da archeologo poco men che novello, abbia portato all’archeologia un contributo di nuovi metodi; come, infine, non scrittore di proposito, nè preparato da ottimi studi classici, abbia nella WPaura e nella Fatica espresso pagine che ben meritarono d’essere ficcolte nelle antologie della patria letteratura. Slanci geniali inter-inittenti lo spinsero ancor più su di quel che forse non avrebbe patto la continuativa energia quotidiana — pur così grande — del suo intelletto, o la sua non comune sapienza. Quanto al metodo d’esperienza, al lato, diremo così, esecutivo del suo pensiero scientifico, egli non imitò fedelmente alcuno dei Ire grandi modelli ai quali era passato accanto. Non potè tenere, ier le ragioni dette, l’indirizzo piuttosto chimico del Moleschott, pè ricorse d'abitudine agli espedienti anatomo-operatorii di Schiff, ^ ivisettore per eccellenza, nè di Ludwig, che prima d’esser fisiologo fra stato anatomico: ci narrava, ammirando, della abilità incisoria del maestro di Firenze che, una notte, per ridurre al silenzio alcuni cani latranti, discese in sua compagnia nelle stalle del Laboratorio, e ad essi tutti recise il nervo ricorrente (di non facile isolamento) al lume d’una candeluccia rettagli da lui.