L’inrroriamento delle rozze in Europa risalgono a ottomila anni a. G. In contatto col terreno vergine mancavano gli animali domestici, i primi oggetti metallici sono di rame; gli scheletri stanno in posizione rannicchiata ed hanno il cranio dolicocefalo. L’importanza di queste osservazioni, sta in ciò che tali crani1) non sono molto lontani dal Pamir; il centro donde si fecero muovere le correnti umane dell’estremo oriente. Ma non possiamo rivolgerci a questa gente che non conobbe la civiltà neolitica, per rintracciare i progenitori della stirpe neolitica dell’Egitto e dell’Egeo. Essa non conosceva nessun’arma di pietra per offesa o difesa, non punte di freccie, non ascie, non cuspidi di lancia. Fu dunque un popolo primitivo che passò alla conoscenza dei metalli senza aver conosciuto le armi di pietra. Tale deficienza si è riscontrata presso altre popolazioni primitive2). Sebbene l’origine dell’uomo sia avvolta nel mistero, i naturalisti sono d’accordo neU’ammettere l’influenza preponderante dell’Africa sulla popolazione dell’Europa. Quando siano cominciate le emigrazioni verso la Spagna, l’Italia e la Grecia dalle coste settentrionali dell’Africa non lo sappiamo. Le coste del Mediterraneo erano disposte in altro modo, e forse eravi una comunicazione terrestre fra l’Africa e l’Italia. Basta guardare un atlante dove siano segnate le profondità del mare per vedere che l’acqua è più profonda nel mare Jonio e nel Tirreno che non lo sia nel Iato della Sicilia verso l’Africa. Arturo Issel trovò a Malta i residui dì un focolare, con ossa di ippopotamo ed un grosso frammento di vaso ad ansa verticale, ornato di un fregio a graffitos) di carattere neolitico. Questo prova che l’isola di Malta, (ora distante circa cento chilometri dalla Sicilia) dovette avere grandi fiumi, che altrimenti non vi sarebbe vissuto l’ippopotamo; e le grandi valli di erosione che osservansi oggi nell’isola di Malta attestano che realmente vi furono grossi corsi di acque. La crosta della terra nell’ Italia meridionale appare tanto sottile che forse •ili prof. Serici (Dalle esplorazioni del Turkestan, Atti società romana di Antropologia. XIII, 1907), al quale venne affidato l'esame di questo materiale dichiarò che tanto nella calotta cerebrale quanto nelle ossa facciali, non mostrano differenza visibile dai caratteri che si trovano comunemente nei vj’ani della varietà mediterranea. Gli studi recenti dei fratelli Sarasin (Paci, und Fritz Sarasix, Krgebnisse natuncissenschaftlicher Forschungen auf Ceglan, Wiesbaden, 1908, pag. 44) nell'isola di Ceylan fecero conoscerei Vedda nello stato paleolitico, i quali lavorano la pietra e l’osso per farne coltelli, lancette, martelli, ma non conoscono l'accetta che è l’arma più comune nell'età della pietra, nè la ceramica. s> A. Issel, Malta, Residuo di una terra sommersa. - Rivista marittima, 1874, pag. 116.