Capitolo Diciannovesimo. L'età del rame in Italia. I. Lo scavo di Statte presso Taranto» Lubbock \ con altri competentissimi nella paletnologia, noni ammise l’esistenza di un’età del rame, cioè di un periodo storico nel quale siasi adoperato il rame senza l’aggiunta dello stagno. Tale affermazione deriva dalla scarsità delle armi di rame nell’Europa settentrionale, dove cominciarono gli studii della paletnologia. Moltiplicandosi le analisi chimiche, col progresso degli scavi, si dovette ammettere, che vi fu un tempo nel quale non conoscevasi lo stagno e che gli utensili e le armi erano fatte eoa rame puro. Per la storia dell’industria, è istruttivo vedere che il bronzo-venne importato nell’Inghilterra, sebbene questa ne possedesse le materie prime per fare la lega. Certo fu nell’Inghilterra meridionale, dove si conobbe che, aggiungendo al rame un altro minerale nell’aspetto simile al piombo, si induriva il metallo: ma gli abitanti della Britannia non erano in condizioni di estendere col commercio tale scoperta e furono i popoli dell’Egeo che diedero impulso all’industria del rame e dopo a quella del bronzo- Per mostrare quanto in Italia abbondino le armi di rame, mi limito ad esporre le mie ricerche, e comincio da Taranto. Il dott. Luigi Viola, sapendo che studiavo l’età neolitica, mi presentò le due accette di pietra che fotografai nella flg. 162. Una è di diorite porfirica (A) e l’altra di gabbro serpentinoso (B), che sono roccie venute giù dai monti della Calabria- Sono entrambe *) Li'bbock, I tempi preistorici, p. 52.