LIBRO SETTIMO. 373 pcriale non e fiere, che un benefìtio de’ fuòi-configli, & aju-ti. Perciò, convenendo Ferdinando da gli altrui arbitrii dipendere , giovavano poco l’initanze predanti de' Miniitri del Pontefice, e de’ Venetiani, che lo pervadevano a non ingerì rfi, che coll’autorità a favore della caufa più giuita, e di preferire alla rottura il negotio. Ad ogni modo, per coprire i fini, che già molto tempo fi meditavano , fi corrifpondeva da’ Cefarei con apparente inclinatione alla quiete 3 e per lufingar la República, che fi feorgeva più d’ ogn’ altro commofla , il Conte di Verdemberg , Cancelliere de’ Paeiì hereditarii, tratteneva Pietro Vico, fuo Refidente, in frequenti dilcorfi di rompere la guerra al Turco, hora che 1’Alemagna riunita, quafi tutta riconofceva la Religione di Chriito, e le Leggi di Cefare ; eccitando la República con lincerà unione a voler partecipare delle Vittorie , e de’ Trionfi , che dal Cielo fi desinavano alla pietà , e grandezza di Ferdinando. Da così ge-nerofi concetti il Senato appunto cavava motivi d’eshortare maggiormente alla quiete , & rimuovere le gelofie dall’ Italia , accioche col cuore fereno , e con le braccia fciolte li poteifero fprezzare una volta al Chriftianefimo i ceppi indegni della barbarie Ottomana. Ma la fimulatione non potè più a lungo fuiliilere j perche in Vienna giunto Monfignoré Agnelli, Ve-feovo di Mantova, efpedito per Atnbafciatore dal Duca ( fu-bito che per incognite itrade giunfe in Italia ) per chiedere 1’ Investitura, e portare a Cefare le fue humiliationi ,?e 1’ oifequio , non fù ricevuto, elfendogli appena permeilo il foggiorno alla Corte, come femplice Prelato, e privata perfona. In Turino il San Sciomont fi licentiò dalla Corte , dopo feoperto , che il Duca, troppo ftrettofi con gli Spagnuoli, non piegava più l’animo a qualunque propoita. Nel partir’egli intimò ad alcuni francefi, che ancora militavano fotto l’Infegne del Duca , d’ abbandonarle , e di ridurfi in Cafale , opportuno foccorfo , che molto giovò a folte ner quella Piazza e ipoita , come il prezzo , e la preda della guerra imminente . S’ haveva Carlo Emanuel contentato di laiciarla nel riparto a gli Spagnuoli, infierne con Ponteftura, Nizza, Aqui, e tutto quel tratto, che ver- lo il Mare s’ avvicina alle Langhe, ritenendo per fe Trino , Alba, San Damiano, con la portione più comoda , e contigua H. TSLanì T. I. A a 3 a’ fuoi 161$ da’ cui veltri JÌ ritto gagliar-¿amenti Cefare. non pud compiacere /’ in flange ni ¿il Pontefici , ni della ¡(epu-b/ica . infinger!-dofi d'inchinar’ alla quiete. infi-nuando alla fleJJ'a di va -Isr romper* al TuìCO. ond'BÜa a motivi così pietefi innifta il fuo \elo. feoprenio-fiperò la trama. ¿alla re-pufi in Vienna fata fi all' Ambafcia* dorè di Mantova . partend.fi V Mini prò Frane efeda Savoja. ebefà ¡banda e le Mihtie della Nat ione, inviandole a Cafale . nelle partigiani con quella Ca/a accordato agli Spagnuoli .