LIBRO NONO. 497 veva la difefa difpofta. Ma Guftavo fotto il calore di moki i6$z cannoni pafsò con grandiffima ftrage de’ Cattolici, tra’ quali "J Tillì reftò morto , e ferito l’Aldringher . Trovarono gli con ntirte Svedefi in che sfogare la crudeltà con incendii , e con fan-gue, e fatollare l'avidità con le prede in sì florida, e popo- vt del Licb. lata Provincia. Monaco , Refidentia de’ Duchi, e qualche altra piazza fi refe con poco contrailo. Ingholftat refiftè ,* ma, raccolto in accolto il Rè in Augufta con incredibili applaufi da quei Pro-teftanti, s’accrefcevano i timori all’Italia, da vicino vagheg- fi*»*. giata dal Rè, come quella, che quanto rende i fuoi Popoli IZ'i-con la di lei opulenza contenti, altrettanto con le ricchezze, p con le delitie, col fito allettagli Stranieri. Il Governatore di temendo n Milano particolarmente , dubbiofo , che dal Rè , collo fpingerfi fa'rfy„2 gente al Rohan , fi tentaflè la Valtellina , efpedì militie a’ con- dei Kob*,» fini. Ferdinando, temendo, che gli Svedefi perla Baviera af- "Zuvaù faliifero i fuoi Stati Patrimoniali per fianco, deliberò a’ gravi mali applicare eftremo rimedio ; e conofcendo , che col danaro do Ce/are , mancata la fede, e con la fede il credito, non fi potevano rimettere 1’ Armate , fé non coll’ oro, e con la fama d’ un gran vada ¿n Capitano, richiamò il Valftain, c’ haveva ugualmente acqui-flato gloria , e ricchezze , e foftenuto , non meno con applaufo trà le militie , che con peritia , il Generalato dell’ Armi, e gli ydftaiù. accordò tutte le conditioni, che feppe pretendere . Confiftero-no in un’arbitrioaffoluto , con cui Direggeffela guerra, eia accorda», pace, comandando a tutte l Armi, che fi trovajsero nell Im- J°ioeo»pit-per/o, ò dì Cefare, ò degli Spagnuolì, o della Cattolica Le-