LIBRO SETTIMO. 393 flato foiito ne'tempi andati igggerirfi dalla difperationc . Le i6zS ftrade, coperte di Cadaveri, Ridevano moftra più di Cimite-rio d’offa infepolte , che d’una Città di viventi 5 e i pochi iu-perftiti fi trovarono, ò languir moribondi , ò quafi icheletri fi videro rapprefentare non meno i Funerali di quella funer- diruta ba Città, che fegnalare il trionfo de’Vincitori. 11 Rè , laida- ffJZ. . tala efpurgare per due giorni da’ morti, e da gl’ infermi, v’ « • entrò folennemente il primo di Novembre , reitituendovi il culto Divino, e a tutti donando la vita, e la libertà, fuor f che alla Madre, & alla Sorella del Rohan , che, coll’eshor- èlhT. tationi, e coll’ efempio havendo prolungato la refa, le volle ritenere in arrefto, non tanto a caftigo , che per havèr’ un mezzo da condurre più facilmente il Duca all’ ubbidienza. Levò ee" i Privilegi, abbattè le muraglie, fuorché dalla parte del ma- 7if ” le, lafciando alla Roccella poco altro d’iniigne, che la memoria di fortiilìma piazza , e la fama di memorabile attedio. Fù veramente nel Configlio Reale affai contrattato , fe la Roccella domata fi doveffe tenere con forte prelidio a briglia de gli fteffi Ugonotti, & a reprefìione de gli itranieri j nè il Car- produrla. dinaie difapprovava, ambendo d’ affumerne la direttione, e’1 governo. Ma penetrato, che’l Rè, appreffo il quale non ancora godeva quell’ affoluto arbitrio , che poi gli conciliò la lunghezza del tempo, e la felicità de’ fucceifi , 1’ haveva fe-cretamente promeffo al Signor di Thoiras, amò più tofto di veder’ a terra , che in altrui mano la Piazza j onde dalle fatiche dell’ efpugnatione raccogliendo il pericolo , che da gli ftef-iì Comandanti, rivoltandoti contra il Rè, fopraftare potreb- rejje di be, di ricadere ne’ priftini mali, & additando Broage , che ch,,Uu-poche leghe lontano sù ’1 mare havea fatto fortificare per iì-cu rezza delle Saline, che largamente fuppliva a’benefitii prerefi, ottenne facilmente, che l’abbattimento delle Muraglie reflafpian-fi riputaile il trofeo piùinfigne, & il maggior vantaggio del- tata-la conquifta. Da tal’efito feliciilìmo dell Imprefa , creduto da pochi, & invidiato da molti, i Configli del Cardinale ac-quiitarono più credito, e fìima j & il Rè , publicamente attribuendogli ’1 merito, l’accumulava d’ honori a tal fegno , che la fortuna di lui, quafì ftella veneratati da’ Francefi con au-gurii di maggiori grandezze , e dall Italia miravaiì per Polo / - del-