89 Codice 1495 della Biblioteca Universitaria di Padova Membranaceo, mm. 310 X 260, di cc. 154 divise in 20 quaderni di otto fogli ciascuno, escluso l’ultimo di due. Le carte, di pergamena piuttosto grossa, sono scritte su due colonne di 30 righe tracciate a secco. Contiene : « Regula B. Benedicti » (cc. l-24v). «Libri quatuor Hugonis de S. Victore De claustro animae et corporis» (cc. 24v-150r). Le ultime quattro carte sono state scritte nel secolo XIV e contengono 1’ « Expositio professionis fratrum regularium ». Lo scrittore finita la « Begula B. Benedicti » a c. 24v scrisse la data: «Regula finita - adtende - prout est scripta domino placebis - et prospera cuncta habebis - anno milleno ducenteno séptimo - deno quo Christus in terris quoque delatus». A c. 150r, alla fine del Trattato di Ugo di San Vittore, si legge: « Libro finito reddamus gratias deo ». Seguivano altre otto righe della stessa scrittura, ora cancellate, a cui seguiva la nota che ancora si legge per intero: « Tempore domini Azonis de pertegonis de bononia potestate Verone de sua potestaria expulso palatio verone capto a parte comitis et combusto. Anno a nativitate domini millesimo ducentésimo decimo octavo indictione sexta ». La scrittura ha molte caratteristiche veronesi: leggerezza ed eleganza delle forme, per cui si stacca in certo modo dalla pesantezza della scrittura padovana, pur conservando di essa qualche caratteristica nelle iniziali Dalla notizia dataci dall’ amanuense intorno al podestà di Verona e dallo stile della scrittura possiamo credere che il codice sia stato scritto in Verona con qualche ricordo della ornamentazione padovana, dovuto forse a quelle relazioni ricordate fra i conventi benedettini delle due città.