18 Secondo la indicazioni trasmesseci da un catalogo del 1407 della Biblioteca dei Gonzaga (x) a cui appartenne il nostro codice, ora a Venezia, 1’ autore si chiamava Minochio (2). E non è da rigettare completamente l’idea del Bertoni che propose di identificare Minochio con Mino de Maniosis di Padova che nel 1256 prese parte ad importanti fatti d’ armi e cantò secondo il Rolandino qualche verso di Lucano (3). Che 1’ autore abbia compiuto il poema durante il governo di Ezzelino in cui fioriva Mino de Maniosis potrebbe farlo intendere qualche verso in cui il poeta si propone di castigare i codardi, rendere cortesi i villani, e rendere saggi i reggitori del popolo: (c. 213) Por voloir castoier li coarz et li van E fer en cortoisie retorner li vilan E les retors de tere ancroire en consoil san Me sui mis à trovers..... Con questo poeta che si dimostra veramente robusto e colto terminiamo il nostro breve esame sulla cultura padovana, e ci volgiamo a considerare la scrittura usata in questo stesso periodo di tempo. (1) E pubblicato da M. B. Braghirolli e annotato da M. M. Gaston Paris e da Paul Meyer in « Romania » IX. p. 497. ss. Ottob. 1880. (2) Il Thomas, che ha magistralmente studiato il codice XXI Marciano, ha potuto concludere che esso è proprio il codice elencato al n. 56 di quel catalogo ove è detto « Liber introitus Yspanie secundum Minochium » (Nouvelles recherches sur « L' Entrée de Spagne » chanson de geste franco-italienne par A. Thomas, Paris 1882 in Biblioteque des Ecoles françaises d'Athènes et de Rome, fase. 15; Cresci ni V., Di Nicolò da Verona, Venezia Ferrari 1897. (3) Rolandini Patavini Cronica, op. cit, p. 123; Bertoni II duecento, op. cit., p. 56.