24 Le carte private bolognesi conservano quel tono di gravità e regolarità che osserviamo nelle carte padovane, lontane, per esempio dalla scrittura rigida e nello stesso tempo elegante di certe carte Veronesi (1). «Rainerius tabellio» bolognese (2) ci mostra colla sua scrittura una indiscutibile relazione con la scrittura dei notai padovani dal tempo di Guglielmo tabellio ricordato, a quello del notaio Bocecka che redige atti in Padova intorno al 1200 e scrive con mano calligrafica chiara e regolare, quasi libraria (s). Inizio della scrittura gotica nei codici padovani Se numerose sono le carte private dei primi due secoli dopo il mille a noi pervenute e su di esse possiamo ben seguire la evoluzione della scrittura fino alla formazione del gotico, non altrettanto avviene per i codici: chè i primi che ci sono pervenuti risalgono appena alla metà del XII secolo. Tuttavia quella cultura che sempre più si sviluppava dalla fine del XI secolo in tutta l’Italia doveva fiorire anche a Padova, e, come abbiamo rilevato, il monastero benedettino di S. Giustina, a Angelus his metris causidicus ista peregi notarli signo subscribens robore summo. (Chartularium Studi Bononiensis Voi. Ili, Bologna 1916 pag. 60 doc. XLIV a. 1118, 3 maggio, e così docc. XLVII, XLVIII ed altri). Ora confrontando questi elementi e considerando come non fossero comuni ed eguali a questi i versi coi quali si firmavano talvolta i notai d’ altre regioni di Italia (G. A. Baruffi, Carte e firme in versi nella diplomatica del-V Italia Meridionale nei sec. XII-XIII in « Studi Medievali A. I, voi. I, pag. 107; F. Novati, Un distico dell’ Epitaphium Lucani » come sottoscrizione notarile del sec. XI in Studi Medievali A. I pag. 114; Antonucci, Rime e ritmi, nella diplomatica pugliese, in iJapigia* rivista pugliese, Bari, anno 3, n. 2 (1932)) possiamo credere, senza errare gravemente, che 1* origine di queste firme provenisse dalla scuola d’ Irnerio. E rileviamo quindi ancora le relazioni tra il notariato bolognese e quello Padovano. (1) Gfr. p. es. la carta di Uberto notaio del 26 agosto 1147 « Actum in civitate Verone » (AA. V. S. Michel in Campo B. I n. 26). (2) Cfr. la carta del 9 giugno 1176 (Bibl. Univ. di Bologna, Cod. 52, B. Ili n. 1). (3) Cfr. carta del 5 giugno 1211 (Museo Civ. di Padova, Arch. Corona, presso la R. Scuola di Paleografia della R. Università).