96 La nota è di mano del secolo XV e l’autore di essa come si vede non conosceva il vero autore del Martirologio. La scrittura regolare ed elegante presenta il gotico incipiente. Le maiuscole o sono derivate dall’onciale o minuscole ingrandite. È caratteristica la forma della T che nel tratto inferiore si curva e forma una specie di C. Tutte portano nel corpo un segno rosso accanto a quello dell’ inchiostro scuro. Le abbreviazioni sono le solite, ne rileviamo alcune : oé = omne; q = qui; riuq = numquam; ig5 = igitur; csidiT = consi -dere; cT = ere (c. 46' crediderit); q = qua (aqua); àn = ante; 1? = sunt; è, èè = est, esse; ù = ubi, ecc. Il dittongo ae è indicato con la e cedigliata. Nell’insieme la scrittura è assai leggera e prelude la forma elegante della scrittura bolognese della seconda metà del XIII secolo. (È descritto da M. Vattasso e P. Franchi De’ Cavalieri, Op. cit., Voi. I, pag. 293).