13 plice passaggio di alcuni maestri coi loro allievi per le note leggi restrittive bolognesi (*) ; una cosa simile a quella che, per esempio, si è ripetuta nel 1273, e della quale parla con sicurezza il monaco Enghelberto abbate di Admont che fu a Padova nel 1274 (2). Inoltre quella notizia ci farebbe intendere che lo studio bolognese finì allora, mentre si sa bene che esso continuò senza interruzione (s). Ad affermare ancora come Padova al principio del secolo XIII avesse maestri di leggi e di lettere, ricordiamo il grande giurista Antonio Lio di cui ci fu tramandata memoria in un’ iscrizione un tempo nella Chiesa di S. Stefano (4), e il grammatico Arsegnino di cui ampiamente ci parla lo Scardeone (B). Arsegnino fiorì nel secondo decennio, ed era valente maestro di grammatica e di rettorica che scrisse « non insulse omnino regulas dictandi quas Quadrigam appellavit », che fece una raccolta delle più insigni sentenze tolte da libri sacri e profani, aggiungendo ad essa un «libellum proverbiorum», e che publicó ancora delle epistole «redolentes in sententiis viri docti » (6). Questo maestro deve aver portato alto il nome della scuola di lettere padovana, ed a ragione Alberto Magno diceva che Padova fu città «in qua multo tempore viguit studiurn litterarum » (7). Anche i pochi esempi di poesia latina di questo tempo ci dimostrano un certo progresso, per quanto si tratti solo di alcune inscrizioni. Negli antichi sigilli del Comune di Padova era impresso questo verso : Muso Mons Athesis mare certos dant mihi fines (8). (1) Sarti-Fattorini, De claris archigymnasii Bononiensis professoribus ecc.; Bononiae 1888-96 t. II, pag. 1-33. (2) Engelberti Abbatis Admontensis Ordinis Sancti Benedicti Salybur-gensis Dioecesis epistola ad magistrum Ulricum scolasticum Wiennensen (Beh. Pezii, Thesaurus anedoctorum novissimus, Augsburg 1721, I, col. 430. (3) Sarti-Fattorini, op. cit. p. 2-15. (4) « Iurisprudentium vertici Antonio - Leo Patavinorum, viro optimo -obiit anno salutis MGC.VIII » (Scardeone, De Antiquitate Urbis Pàtavii et claris civibus patavinis, lib. 3, Basileae 1560 p. 160). (5) Scardeone, De antiquitate Urbis Patavii, op. cit., pag. 229. (6) Ibid. pag. 230. Lo Scardeone dice di aver letto quelle opere in « Men-branis vetustissimis ». (7) Scriptores Ordinis Praedicatorum, op. cit., pag. 162. (8) Per 1’ antico sigillo padovano v. L. Trevisan, V illustrazione d’ un antico sigillo di Padova esistente nel Museo Veliterno. Parma 1800; A. Gloria,