23 sua carta del 3 marzo 1187 (x) osserviamo come la mano si sforzasse per raggiungere nella scrittura corsiva quello stile gotico che ormai diventava comune. Al principio del 1200 troviamo talvolta elementi corrispondenti tra codici e carte private. Forse qualche notaio si occupava anche a trascrivere codici. Infatti il notaio Ugerio, del quale abbiamo numerose carte, la prima del 1205, 4 marzo (2), 1’ ultima del 1 ottobre 1223 (3), scritte con una calligrafia verticale un po’ irregolare, scrisse il codice 714 della biblioteca alla abbazia dei Benedettini diAdmont: «Liber Cartolarii, De arte notaria » (4). Qui possiamo osservare come tra la scrittura « currenti calamo » delle carte e la scrittura più posata del codice vi sia notevole differenza nella regolarità e nella sobrietà delle forme, pur conservando gli stessi caratteri stilistici. È utile osservare ciò poiché le carte private hanno uno stile più sviluppato di quello dei codici scritti nello stesso tempo. Sarebbe interessante ricercare il luogo di provenienza delle prime forme gotiche, ma ciò importerebbe ritornare sulla questione della cultura padovana per vedere quale scuola aveva influenza in Padova. Abbiamo visto, e vedremo in seguito particolarmente per la scrittura dei codici, che Bologna ebbe grande influenza, e forse, allorché in Padova non c’era la scuola di notariato e di legge, i giovani si recavano allo studio di quella città, attratti, specialmente al principio del XII secolo, dalla fama del grande giurista Irnerio (5). Ed ecco le più numerose di Guglielmo : cf = quod ; % = vel ; et = de ; ap = apud ; li = hoc; -5- = est; u = vero; tc = tunc; ft” = sunt; ira = terra; via -p- = via publica; m = modo; f? = sed; ii = idem; t = tri (matrimonio), cc = con tra (contradicioneì : r? — post. (1) Museo Civico di Padova, Arch. Corona, N. 392 C. (presso la R. Scuola di Paleografia della R. Università). (2) Museo Civico di Padova, Codice diplomatico N. 661. (3) Museo Civico di Padova, Archiv. Corona, N. 3179. (4) Roberti M., Un formulario inedito di un notaio padovano del 1223, Venezia 1906. (5) Gloria, Monumenti dell' Università di Padova, op. cit., pag. 105 n. Dello stesso tempo di Irnerio sono i notai e causidici Ionas padovano e Angelo bolognese che si firmano alla fine degli atti in versi leonini. Abbiamo già riportato alcuni esempi di firme di Ionas; citiamo qui due firme di Angelo bolognese : Angelus his metris causidicus ista peregi notarii signo subscribens more benigno. (Salvioli, Annali Bolognesi, Bassano 1784-95, Voi. I parte II pag. 160. doc. C. a. 1116, 16 Nov. ; e ancora pag. 172 doc. CVIII a. 1121 Giugno).