80 trano alcuni nel Breviario Romano e qualche altro nei Breviari Gallicano e Ambrosiano, ma la maggior parte sono poco usati. Agli inni seguono i cantici, alcuni dei quali sono recitati dai Benedettini in ogni mattutino. Non conosciamo la provenienza del codice, non essendoci alcuna nota sopra e non facendone parola gli inventari della Chiesa padovana. Tenendo presenti le rubriche: «In festivitatibus quibus non laboramus » (c. 34r - c. 82v) e «Privatis diebus, et festis quibus la-boramus » (c. 4r), possiamo pensare che il codice appartenesse a qualche monastero, ove era abituale il lavoro come presso i Benedettini. Comunque sia, ciò che qui rileviamo chiaramente è che con ogni probabilità, se non con certezza, questo codice fu scritto in Padova. Esso fu redatto al principio del secolo XIII e stà fra il codice di Isidoro e 1’ Ordinario. Si riscontra in esso più sviluppato che in Isidoro lo stile gotico, anzi certe lettere squadrate come la c, la d, e la e preludono alla forma squadrata che si osserva nello Ordinario. Infatti con questo vi è una stretta relazione nella forma della e, della / e della s lunga. Anche la S, derivata dall’ onciale, è simile a quella che s’incontra nello Ordinario, poiché come in questo è addossata nella parte superiore alla penultima lettera. Osserviamo ancora comuni ai due codici le iniziali e le lettere maiuscole, onciali, in rosso e azzurro. Codice A 48 della Biblioteca Capitolare di Padova Codice membranaceo del principio del secolo XIII, mm. 275 X 180, di cc. 139 non numerate in 17 quaderni di 8 carte ciascuno, eccetto 1’ ultimo di tre. Legato in assicelle colorate in rosso con dorso di cuoio; scritto su d’una colonna di mm. 187 X 107 con inchiostro seppia giallognolo. Esso contiene il Martyrologium Usuardi (1). Non è menzionato nè nell’inventario del 1472, nè in quello del 1531; però dev’ essere pervenuto nel secolo XVI, come ne fanno fede alcune note e correzioni di mano di quel secolo. Con quelle (1) Il Martyrologium messo a confronto con quello pubblicato negli Acta SS. junii, App. t. VI parte I e II, Venezia 1743, per cura di G. Sollier appare uguale, solo che il nostro comincia «a die IX Kal. januarij » anziché « a Kalendis januarij ».