Il codice prima di arrivare alla Biblioteca del Seminario era in mano del Sacerdote Antonio Morato, padovano, che ne fece dono alla stessa biblioteca i1). È un avanzo d’ un Antifonario diurno Gregoriano contenente gli offici, cioè introiti, graduali ecc. delle messe di tutto l’anno, corrispondenti a quelle che si leggono nel Messale Romano con qualche differenza negli offertori, ove trovansi due o tre versetti in più e andati in disuso nel secolo XIV. Il codice manca in principio di quelle carte che contenevano le messe d’ Avvento e del Natale, e altre numerose carte mancano dopo c. 23, dove vi erano le messe dalla metà di queresima fino a settembre. Del calendario che v’era in fine vi restano solo i primi due mesi, nel recto e nel verso dell’ ultimo foglio. Abbiamo la completa corrispondenza e perciò riteniamo che sia proprio quello. Le sequenze in esso contenute, compresa quella per S. Prosdo-cimo (c. 63r), furono composte dal Beato Notkero Balbulo e introdotte nella Messa al finire del secolo XI (2). Crediamo perciò che il Brunacci chiamandole « osservazioni poetiche nostre de vetustissimi tempi » non le intendesse composte qui da noi, chè diversamente avrebbe errato. È codice membranaceo, mm. 215 X 140, di cc. 67 irregolarmente numerate da mano più tarda in otto quaderni di otto carte ciascuno, esclusi il primo, il quarto e il quinto che ne hanno sei. La c. 1 è mancante della parte inferiore, la c. 46 del margine inferiore e la c. 48 dell’ esterno. Le cc. 21 e 22 furono malamente lacerate e di esse rimane qualche frammento. Le carte sono rigate a secco e le righe sono quattordici per le parole e quattordici per la musica, alternate. Il rigo musicale è composto di tre linee pure a secco distanti quattro mm. tra loro. Ha legatura nuova in assicelle col dorso di cuoio. L’inchiostro è nero molto sbiadito. Le lettere iniziali alte dai 12 ai 17 mm. sono in rosso. Anche i titoli sono in rosso, quantunque siano poco visibili essendo sparito il oarminio per il continuo maneg- (1) Catalogo ms. della Bibl. del Seminario di Padova c. 597 : « Misit Pata-vinus Sacerdos Antonio Morato ». (2) Georgi, De Liturgia Romana Pontif. Tomo II, Dissertatio IV De Se-quentis, Romae 1743, pag. CCV.