I. La cultura padovana dalla fine del secolo XI al principio del secolo XIII La cultura che aveva preso grande sviluppo sotto l’impero di Carlo Magno s’ estese anche in seguito sopratutto per opera dei monaci presso i conventi e dei vescovi presso le cattedrali (x). Nel secolo NI Montecassino fu, specie per opera di Alberico Monaco e dei suoi discepoli, un focolare di studi (2) e forse di quel movimento letterario risentì anche il monastero benedettino di S. Giustina di Padova a somiglianza dell’Abbazia di Pomposa (3). Ma in Padova anche fuori di quel cenobio nella seconda metà di questo secolo vi furono persone colte. Bernardo vescovo (1048- (1) Novati F., Storia letteraria d’Italia - Le origini. Milano, Vallardi, 1926, pag. 382. (2) Ibid., pag. 423. (3) Il Montfaucon (Diarium Italicum, Paris 1702 pag. 82) pubblica una epistola « saeculo undecimo scripta Henrici Clerici ad Stephanum de biblio-theca pomposiana», in cui l’autore, Enrico Chierico, afferma che fin dal tempo di S. Guido (-}• 1046) da lui chiamato « Primus eiusdem colendi loci pater » siasi iniziato a Pomposa quel moto intellettuale che al tempo dell’ abbate Girolamo (1079-1100 circa) raggiunse il massimo sviluppo per cui «...nulla.... ecclesia, nec urbs, neque provincia, tandem nec ipsa Roma orbis caput certet laudibus Pomposiae copia sanctorum fortunata librorum ». Oltre ai libri di contenuto sacro « Abbas Hieronymus voluit gentilium codices fabulasque erroris, exactosque tyrannos divinae inserere veritati ». Se così vasta cultura esisteva a Pomposa è facile che anche i Benedettini di Padova si occupassero di studi letterari prima ancora del secolo XV a cui bisognerebbe risalire, come osserva il Ferrai, se si dovesse giudicare dal catalogo del 1453 della biblioteca di quel monastero (Ferrai L. A., La biblioteca di S. Giustina di Padova, in Mazzatinti, Manoscritti italiani delle biblioteche di Francia, voi. II. Roma 1887, pp. 549-665). Pàgnin - Le origini della scrittura gotica Padovana 1