45 In tutto il codice s’incontrano 37 iniziali di cui 33 rappresentano la lettera /, due la lettera L, una lai? e un’ altra laF. In alcune vi sono rappresentate figure ad illustrazione del testo:é Cristo e Santi; in altre pesci, uccelli stilizzati e animali mostruosi, e in altre ancora ornamenti a fogliame intrecciato. In queste belle iniziali Isidoro appare ancora meglio influenzato della corrente ottomana e senza dubbio son più degne di riguardo queste decorazioni che non i grandi quadri, nei quali la povertà della tavolozza pittorica e la incongruenza della prospettiva dimostrano l’incapacità dell’ artista. Una certa relazione con il nostro codice ha il Messale di San Benedetto di Polirone della fine del XII secolo ora alla biblioteca di Mantova D-III-15 (*). Anch’ esso sembra imitare un’ opera settentrionale. Fra le decorazioni che formano il motivo principale appariscono delle figure fantastiche e degli animali apocalittici che sono dati da un’ influenza del Nord dell’ Europa. Anche le miniature della prima delle due mani che lavorarono nell’ Evangeliario della Abbazia di Nonantola hanno un carattere nordico come le miniature del nostro codice (2). Abbiamo detto che in Padova fino al Gaibana rimase sempre quella influenza germanica con accanto una corrente bizantina, che allora andava sempre più sviluppandosi in Italia. E in vista appunto di quel carattere nordico Leon Dorez attribuisce alla scuola padovana il Psalterio greco-latino del principio del secolo XIII, Holkham Hall 22, exemplato in scrittura alemanna e che a noi non sembra padovano (3). Della prima metà di questo secolo è certamente il quadretto (mm. 70 per 52) miniato sulla prima carta dell’« Ordinarius saec. XIII » (Bibl. Capitolare, App. III.). Entro la iniziale A v’ è la Madonna col Bambino. Il lavoro è basato su formula bizantina; i colori rosso e azzurro nelle vesti della Madonna e lilla nelle vesti del Bimbo sono assai pesanti; le carni sono verdognole scure ed in complesso si rivela uno stile ancora assai calligrafico. I codici da noi considerati non ci offrono altri esempi di miniatura e perciò noi ci fermiamo presso a poco al tempo in cui comin- (1) Venturi, Storia dell’ Arte italiana. Voi. Ili (1904, fìg. 420. (2) Salmi M., Il libro manoscritto emiliano. La miniatura. In « Tesori delle biblioteche d’Italia» a cura del Dr. Fava, Vol. I, Emilia 1931, pag. 7. (3) Dorez L., Les Manuscrits à peinture de la Bibl. de Lord Leicster a Holkham Hall, Norfolh, Paris 1908 Tav. XIII.