91 A o. Ir trovasi la tavola «pascalis perpetua» ed in margine una nota di mano del secolo XVI dice: « Hic liber est ecclesiae sancti Stepkani de Bononia. Imperium Christi sine fine manet ». A c. lv incomincia la tavola temporanea delle feste mobili e dei cicli dal-P « anno domini MCLXXVIII » sino al 1304. Questa tavola occupa per intero i fogli 2, 3 e 4. Il Codice è un « Passionano » e a c. 4v si trova, in carattere del secolo XVI, l’indice delle vite dei santi in esso contenute. Alla fine dell’ indice si legge: « Omnes sancti et sanctae Dei intercedite pro me misero pecatore fr. Carolo Fiorentino... hanc tabulam scribentem dum predicarem bononiae in ecclesia sancti Stephani anno domini 1559 die 14 martii». Fra Carlo Fiorentino numerò, pure allora, le carte del Passionano di cui il testo incomincia al quinto foglio attuale, indicato col numero nove della numerazione di Fra Carlo; per cui vediamo essere state perdute le prime otto carte. Esse contenevano la « Petri et Pauli passio», di cui ne rimane una parte che incomincia: «...Michi credidisti compatiuntur michi peto ut participentur mecum de gra-tia tua ». Della stessa numerazione di Fra Carlo si osservano mancanti le cc. 18-19 (la c. 17 finisce con le parole: « adiuro te per deumvivum et filium eius in quo credis » e la c. 20r comincia con: «in Antiocchia civitate in domo sinclete matrone»). Il testo del Passionano è fornito di 78 iniziali miniate ed ha i titoli rubricati. Le iniziali, onciali grandi su fondo azzurro o marrone scuro con punti bianchi sparsi, portano neH’interno ornamenti a fiori e foglie intrecciate e stilizzate colorate, di verde e spesso di biaca. Anche nell’ uso dei colori si scorge un fare piuttosto rozzo, comune del resto ai codici monastici. Le maiuscole sono lettere derivanti dall’onciale, ma più spesso sono usate le minuscole ingrandite. La lettera che segue una iniziale è sempre una maiuscola onciale. La scrittura è grande, ampia, robusta, alquanto pesante. Le lettere sono molto squadrate e si può dire che la scrittura gotica sia ormai formata, benché s’incontri ancora quasi sempre il dittongo indicato con e cedigliata. Rileviamo qualche forma particolare utile a confrontarsi con la scrittura padovana: la a con gli uncini assai sviluppati (c. 61r ipsa); la e con la sbarra chiudente 1’ occhiello pronunciata in fuori orizz ontalmente (c. 61r cognoscere) ; la d con il corpo molto ampio, e quando è di forma onciale 1’ asta