16 Ogni manifestazione culturale in lingua latina era dovuta allora a persone dotte che avevano studiato nelle scuole di lettere. 11 popolo non conosceva il latino già da molto tempo i1). Ma in certi casi doveva pur manifestare i propri sentimenti in una forma più elevata di quella della parlata comune. Così nelle feste del 1208, del 1224, e particolarmente in quella del 1244 in cui fu rappresentata la « Passione » (2), si doveva usare un linguaggio che costituiva i primi elementi d’ una letteratura popolare. Ma di questa letteratura non abbiamo nessun documento prima del 1300 (3). Del volgare padovano abbiamo esempi nei proverbi tramandati da Geremia Da Montagnone nel suo « Compendium moralium nota-biblium» (4), che certamente sono più antichi di Geremia e possono risalire anche al principio del 1200. In essi, come giustamente osserva il Gloria, si notano elementi del volgare padovano della varietà illustre e della varietà plebea (6). A ritardare le composizioni letterarie in volgare non è improbabile fosse stato 1’ esteso dominio della lirica occitanica nei nostri paesi (6). Nella classe aristocratica suonavano graditi gli accenti d’ oltre alpe. Presso gli Estensi aveva fissato la sua dimora un maestro della poesia occitanica, Aimeric de Peguilham. Egli pianse la morte di Azzo VI e ne esaltò poi la figlia Beatrice con parole d’ ammirazione e di gratitudine: (1) Un documento del 1189, 27 Marzo, dice che il Patriarca Gottefredo trovandosi in Santa Maria di Carcere fece 1’ omelia in latino « letteraliter » e il vescovo Gerardo la spianò « maternaliter », cioè in volgare (Dondi Dal-l’ Orologio, Dissertazioni sopra l’ istoria ecclesiastica padovana, cit., diss. VI. pag. 138. (2) Brunelli Bruno, I teatri di Padova dalle origini alla fine del secolo XIX, Padova 1921, pag. 12-13. ¿3) Cioè ai due sonetti scambiati fra Marsilio da Carrara e Francesco Vanozzo (Lovarini E., Antichi testi di letteratura pavana in « Scelta di curiosità letteraria» disp. 248 Bologna 1894 n. 1-3). (4) Biblioteca Nazionale di Venezia ms. it. cl. VI. n, 100. (5) Gloria, Il volgare illustre nel 1100 e proverbi volgari nel 1200 in ( Atti del R. Ist. Veneto S., VI, T. Ili, Venezia 1885 pp. 89). In quest’opera il Gloria riporta gran parte dei proverbi di Geremia da Montagnone (nato a Padova intorno alla metà del XIII sec. e morto nel 1321); V. Crescini, Il latino medioevale e volgare italiano in « Ricordo ad Andrea Gloria » Boll, del Museo Civ. di Padova, Padova 1915, pag. 252. (6) Bertoni, Storia letteraria d’Italia. Il duecento, Milano Vallardi 1930 pag. 1.