163 * dal timort dille cui Armi folh-citatefptdi-fce più tofio a certcìiu— dirla . tr*sferen~ dcfi'l nego--fiate in C Htraft». incarnirla-tofi da altri maneggi occulti de' francefi co’ Sa ve) ardi. promojjt da Mai^arino. cVe di ria- fcef* perfua-de Vittori» a cedtr Pi-rarefo a q nrlla C¡Tona • 474 DELL* H1STORIA VENETA fe a loro cura la guerra di qua da Monti . Ma Cefare, riflettendo all’ efito de’ paifati configli, e vedendo l’incendio dell’ armi Svedeil avvampare per 1’ Alemagna con voraciflìme fiamme, inviò al Galaflo le facoltà, accioche in Italia ftabi-lilfe, & efeguiffe la Pace. Il congreflo fi tenne in Chicrafco, Terra del Piemonte, dove con la mediationc de’ Mini Ari d' Urbano, e prefente il Duca Vittorio, il Galaflo fi trovò col Marefcial di Thoiras, e col Signor di Servien, Deputati Fran-cefi, a’quali Trajano Vifcardi per nome del Duca di Mantova haveva ceduta la Plenipotenza * Per la Republica Girolamo Cavazza, fuo Segretario,. vJ interveniva, e per gli Spa-gnuoli il Conte della Rocca, loro Ambafciatore nel Piemonte , partecipando più delle notitie che de’ trattati. Quefte pubiche negotiationi fi facilitavano da più occulti concerti della Francia co’Savoiardi , fino alla conchiufione de’quali haveva , fe bene in apparenza, per altre caufe ritardato il Ser-vient di comparire in Chierafco. Ne fù il promotore , e il mezzanonon fenza fegreto confenfo del Pontefice , Giulio Mazzarini, il quale > per la felicità delle pallate negotiationi prefo credito, e maggiori fperanze, con varie arti ridotto il Pancirolo al folo- nome,, & all’apparenza del Miniflerip, haveva con grand’ aura, e con altrettanta confidenza del Riche-Iicu, aifunta l’eflenza de’più gravi maneggi. Egli con fegre-ti colloquii dichiarò al Duca Vittorio ,. Efjerevana Speranza quella, che lo nodriva, di ricuperare con la pace l occupatogli dalla Corona Francefe ► Voler a qualunque partito il Cardinale, ambìtiofo di gloria r ritener in Italia una memoria de fuoi ampijjìmi %efti. E da chi poterfi q uè fio penftero impedire , fe Ferdinando , afflitto da gravitimi mali ,. ad altro che alla propria d/fefa nonpenfaì Gli Spagnuoli, nel credito* e nelle for%e deprejji, a foli loro vantaggi applicati ,. non baver potuto, ò voluto riparare le perdite del Piemonte. Gl italiani con voti uniformi augurarft , che tra amendue le Corone fui in avvenire ripartita l autoritàper non patire l arbitrio , e le gelofie d una fòla. Egli fiejfo da pajfati perìcoli poter ho-ramai a ha fianca comprendtre , qual fia il presso della quiete , e del Principato. Contraponejfe al ritaf dar d una ria%; %a l acqui fio certi fimo dehW Savoja, di T arantafìa, di Morìe-