•BATISTA NANI. V ratore Giovami y padre di Batì/la, perfona di mirabile deftrezza negli affari politici, e d’efperimentata prudenza. VI. Partì da li a non molto 1’ Ambafciadore , e feco il figliuolo conduffe . 163 9 I maneggi e 1’efito di queftrambafceria poffon vederi! nel noftro iftorico , il quale neìl’Z/. libro del tomo I. a c. 614. e fegg. verfo ’1 principio dell’anno 163Q. ne fa ’1 racconto. Perfezionò Bati/la in Roma i fuoi ftudj, avendo avuta quivi P occafione di molto apprendere dal converfare con quegli uomini dotti, che in gr^p moltitudine vi concorrevano dall’Italia, o, per meglio dire, dall'Europa tutta, invitativi dalla regia liberalità d’Urbano, c di tutta la cafa Barberina, nella quale e in que’ tempi e in oggi tuttavia i letterati ebbero e hanno il loro prefidio. E fin d’allora Bati/la , benché in età non affatto matura, ebbe a far conofcere la maturità del fuofen-00-, avendo più volte, per gravi indifpofizioni fopravVenute al padre, dovuto egli fteffo col Pontefice maneggiare affarigraviffimi (a). VII. Tornato col padre alla patria, l’anno 1641. il di 14. di fettembre fu creato Savio degli ordini : nel quale ufficio quai faggi egli deffe dell’ abi- ^ Iità fua da ciò argomentare polliamo , che P anno 1642. la fera de’ 27. di- 1462, cembre dovendoli venire all’ elezione d’ ambafciadore ordinario in Francia , fra’molti foggetti accreditati» che nominati furon da’Padri a quel minifte-ro, uno fu il Nani ; e’1 fuo nome ne’Pregadi che feguirono , tra’ primi fem-per fu letto , finché adì 24. aprile del vegnente anno, il Senato in lui con- 1^43 eorfe col numero maggiore de’voti. Prima però che di Venezia egli partif-fe, come è confuetudine nella noftra Repubblica , cioè a di 30. marzo dell’ anco 1644. fu clettoSavio di Terraferma;, benché non entrò al poffeffo di que- 1644 fìa dignità, fe non allorché tornò egli alla patria . Alla qual dignità anche dipoi fu cinque altre volte affunto (b) . Vili. Pafsò il Nani all’ efercizio , della fua legazione nel principio def regno di Lodovico XII1I. allora ancor fanciullo* Lotto la tutela e reggenza del- (a) Lo affermano Giovanni putrirti e Ottavio Ferrari nelle Orazioni fumbri che diedero alle (lampe, in lode del Nani ; le quali per altro folo in quefto luogo faranno da me citate ; imperocché di tutte l’altre operazióni lodevoli del noftro iftorico fi hannö prove più efficaci y di quelle che fuggerir può un- panegirifta, la cui afferzione fuol trovare affai meno di fede; e in oltre il voler fempre addurre ili conferma del noftro racconto i paffaggi di que’due infi-gnr oratori ,-farebbe lo fteffo , che l’uno e l’altro componimento intero qui traicrivere. Dice dunque il Ferrari a corte io. Primum illi /uturae laudis rudimentum in patris , viri amplif-fimi, contubernio ac firiu fuit . Nam vìrtutem , ad quam quotìdie ejùi praecept'is atque exemplo' erudiebatur , patriae exhibere properans, cum ille ad Urbaüum Vili. Ponti/. Max. orator deftinatta tjfet, eurn adole/cens fecvtus efl. Ubi, in ilio imperii ac gloriai domicilio y laetus animi ,■ atque ingenti Ì3 fort unite 3 in quam alebatur , cnpax , protinus, qaantus fururus erat, ofiendit , Harn quoties parens adver/a valetudine detineretur , EJUS VICEM non /emeì DE SUMMTA RE, facrorum ac literatum principemy & ingeniorttm aefiimaterem acerrimum , CONVE-NIENS, ita ejuj animum cefiit, ut, tantam indolem e/flore/centis virtutij admìratus , oninia patrie eum babere , praeter aetatem , pronunciaree , ec. E il s/uirini a Carte 7. Pater ejui, apud Hemanum PóAÌifìtcm, morbo corripiebatur : ritenti operofo negotiorum ponderi jam audentem ani-mum objecitPATREMy»? SOPPLEVIT, ea firmi tate , quae, ve! renuentibus anms, Uhm jure femoriiur anteferret. Plenum vetuftatis jutientam laetus Urbanus audivit ; arcana molli ai-bue peflori commendavi : nec N.'.nius religione minori cu/t odi vit ec. ( b) cioè gli anni 1648. 3. ottobre, 1649. e 1650. 30. fettembre, 1651. e 1651. 29. delio fteifo mefe. E quefte ed altre fi fitte notizie Ko io raccolte da’libri umaniffimamente a me comunicati dal Sig. Bernardo Bembo, Gentiluomo noftro Veneziano, d’ogni genere di virtù nobili adorno',- ne’quài libri ferbafi memoria di tutte le dignità che di volta in- volta1 e dal1 maggior Configlio e dal Senato' a1’ cittadini1 fon- conferita,'