I 285 postale Kirac. Il presidente comunicò al podestà dott. Giusto Petris l’incarico ricevuto dal comitato nazionale jugoslavo di Zagabria di fungere quale autorità di sorveglianza del comune, di assumere tutti gli affari di approvigionamento e della sicurezza pubblica e dichiarò sciolta la rappresentanza comunale, pur rimanendo in carica l’attuale podestà e gli impiegati comunali. Su di che il comitato nazionale italiano, pur non riconoscendo un diritto del comitato nazionale jugoslavo di Zagabria di disporre delle cose del comune e di ingerirsi negli affari della sua amministrazione, non avendo Cherso mai formato parte della Croazia o avuto che fare con Zagabria, piegandosi alla forza per il tempo di transizione tino all’occupazione di Cherso per parte della flotta dell’Intesa e fino a che sarà deciso dei suoi destini, reclamò per sè eguali diritti dichiarandosi pronto di cooperare in buona armonia e fraternamente con il comitato jugoslavo per il bene della città. « Dopo lunga discussione, durante la quale il padre provinciale ebbe campo di rilevare che secondo una comunicazione dalla Svizzera la sorte di Cherso e di tutta quasi l’Istria era ormai decisa, passando tutta questa regione, giusta una informazione di S.E. il ministro degli esteri italiano, sotto la Jugoslavia, fu raggiunto un accordo tanto riguardo le bandiere nazionali italiane e jugoslave, che verrebbero issate una vicina all’altra sul poggiuolo dell’edificio comunale, mentre sullo stendardo in piazza sventolerebbe il vecchio gonfalone del comune, quanto riguarda la cooperazione dei due comitati nazionali. (( Dopo la seduta, parlarono dal poggiuolo dell’edificio comunale i due presidenti dei comitati al popolo esortandolo alla calma ed invitandolo ad astenersi da dimostrazioni ed a vivere in armonia e concordia e partecipando gli accordi presi. Parlò anche il padre provinciale il quale, volendo influire sugli animi dei cittadini ed eccitarli all’odio di parte, insinuò con astuzia fratesca essere la sorte di Cherso ormai decisa, essere Cherso terra jugoslava, inneggiando alla Jugoslavia. « Nella mattina dal partito nazionale jugoslavo, con a capo il suo presidente e con l’intervento di gran numero di consenzienti, con sventolio di bandiere jugoslave e grida di zivio, fu istituita la guardia nazionale per la città, reclutando le guardie fra i componenti della fu gendarmeria e guardia di finanza austriaca, tutti di nazionalità slava ed estranei al paese. La guardia nazionale prestò giuramento alla Jugoslavia, naturalmente in croato. In quest’occasione il presidente tenne alla guardia nazionale ed al popolo radunato sulla riva un’allocuzione per conto del comitato nazionale jugoslavo. A questa cerimonia, allestita con grande pompa per accecare ancor maggiormente il popolo ignorante, 11011 fu invitato il partito italiano.