171 « L’ammiraglio Koch insiste sul fatto che, temendo possa rimanere scossa la fiducia dei marinai verso di lui, terrebbe a mostrare che si occupa invece di migliorare le loro condizioni. « Mi dichiaro disposto a far ciò di comune accordo con lui, e che avrei pagato e migliorato le condizioni di vitto di tutto quel personale che passerà gradatamente al servizio del Governo italiano, come addetto alle ostruzioni, depositi, ri-fornimenti, fortificazioni, ecc. ed avrei anche distribuito la razione del marinaio italiano agli equipaggi delle navi. I miei capi servizio prenderenno accordi in tal senso con i capi servizio della marina jugoslava. (( A questo punto mi si fa notare che tutto ciò stava bene, ma che si trascurava una cosa importantissima, cioè l’effetto morale che avrebbe la sostituzione della bandiera jugoslava con quella italiana. Si chiederebbe perciò l’intervento di altri distaccamenti, con le rispettive bandiere, per dare carattere più internazionale alla occupazione. « Ripeto con energia che chi rappresenta gli alleati sono io e nessun altro e che non richiederei mai l’intervento di altre nazionalità, che sembrerebbe una sfiducia a tutta la forza che la bandiera italiana ha il prestigio di rappresentare. « I capi servizio prendono quindi accordi per la consegna di alcune opere di stabilimenti militari. « Il contrammiraglio Dragutin Prica (serbo), ministro della Marina, mi annuncia che sarebbe venuto a trovarmi alle ore 15 e a tale ora giunge a bordo con il contrammira glio Metod Koch ed alcuni ufficiali. (( Dapprima tratta con me con un certo sussiego, quasi che non fossero a sua conoscenza gli argomenti trattati con il contrammiraglio Koch, e dichiarandosi membro del consiglio nazionale, mi prega di spiegare il mio mandato. « Il colloquio con il signor Prica si svolse all’incirca come i precedenti avvenuti con il signor Koch. « I miei argomenti lo hanno infine persuaso che nessuno di noi poteva entrare nel merito dell’armistizio ed ha finito per dividere il mio pensiero e le mie proposte. Nelle condizioni attuali essere cioè indispensabile ed urgente di agevolare ad ogni modo l’esodo dalla piazza di buon numero di marinai e soldati (circa 18.000) in gran parte armati di fucile e di bombe a mano, degli elementi non graditi e infine di procedere gradualmente alla presa di possesso della piazza. Intanto oggi ho già presidiato con marinai le polveriere; preso in consegna i depositi delle materie infiammabili (benzina e nafta) ed il servizio delle ostruzioni, ma occorre al più presto far partire gran parte di questi sedicenti militari, sempre pronti alla