3 i 9 « Questa nostra istanza non ebbe alcuna risposta. Il giorno 11 decidemmo di rivolgerci direttamente a S. E. il capo di stato maggiore della Marina a Roma. « In fede di che ». Arbe, 26 Novembre 1918. (firme). ISOLA DI AJtiBE , n M (Timbro del Dottor Stmone Svircic I. R. notaio) « A Sua Eccellenza il capo di stato maggiore della Marina — Roma. « Il popolo di Arbe, che fu romana ed è ancora veneta nei suoi monumenti e nel suo linguaggio, non vuole più dominazioni straniere. L’Austria che lo affamò e perseguitò a casa e lo fece morire in guerra per una causa infame, quell’Austria fu cancellata dal mondo. « Arbe, che sa lo stile dell’oppressione politica ed economica, non vuole far parte di uno stato appena in via di formazione e già mezzo distrutto; ma, riabbracciata la sua antica madre Venezia, implora di essere annessa all’Italia, terra di giustizia e di libertà. Il popolo di questa estrema regione latina laboriosa e bella, offre alla Maestà del Re Vittorio Emanuele III queste terre senza le quali l’Italia non può raggiungere il compimento della sua unità nazionale e la sicurezza dei suoi confini verso terra e verso mare. (( Queste madri e questi fanciulli che soffersero la fame, la persecuzione, i campi di concentramento, mentre i padri ed i fratelli dovevano versare il loro sangue e sacrificare la loro vita a sostegno di una monarchia che la divina provvidenza fece scomparire per sempre, queste misere vittime di un regime senza coscienza e senza dignità, implorano dalla Maestà del Re buono e valoroso la forza che possa per sempre liberarli da dominazioni barbariche. (( L’opera di giustizia per cui l’Italia sacrificò i suoi figli più baldi e le sue energie meravigliose non sarà compiuta se Arbe non sarà compresa entro i confini del Regno di Vittorio Emanuele III. « Perciò noi tutti, senza attendere quello che un giorno sarà certamente deciso, domandiamo l’immediata occupazione della nostra isola, da parte dell’Esercito italiano, e la definitiva annessione all’Italia, certi che solo allora vivranno tranquilli e che solo a questo patto i nostri poveri morti riposeranno in pace ». Arbe, 11 Novembre 1918. (seguono le firme del comitato italiano e quelle di 800 cittadini.