158 dispone per il rassetto dei locali trovati nel massimo disordine, e per preparare gli alloggi dei nostri reparti di cui è annunziato il prossimo arrivo. « Cominciano ad essere segnalati furti presso il magazzino vestiario della marina e pertanto ordino che vi sia posta una guardia. « Verso le ore 10 ha luogo all’Ammiragliato una riunione, cui assistono S. E. Cagni, l’ammiraglio Koch, e l’ammiraglio Prika, ministro della marina jugoslava, per prendere accordi circa le successive occupazioni. « Nel pomeriggio mi reco al palazzo Stabale (sede del comando della piazza) per avere cognizione dei servizi della piazza stessa. Unico ufficiale in carica è il tenente di vascello Halavanja, giacché manca il colonnello Liska, capo di stato maggiore della piazza, recatosi a Corfù, dicesi per invocare l’appoggio dell’ammiraglio francese. « Dal detto tenente di vascello ricevo notizia dei servizi diretti dal comando militare, nonché l’elenco di tutte le sedi e località che dovranno essere presidiate o sorvegliate da personale italiano in sostituzione di altrettanto personale jugoslavo. « Il contegno dei militari austriaci e iugoslavi, che a frotte percorrevano la città, è alquanto mutato ed assume forma anche provocante. Si fa correre insistente la voce che presto americani, francesi e serbi verranno a Pola. « Di fronte a tali voci, d’ordine dell’ammiraglio Cagni, verso sera vado a richiedere aH’Ammiragliato del Porto gli alloggi per 10 mila fra jnarinai e soldati, asserendo che dovrebbero arrivare probabilmente l'indomani. « Egli mi rimette un elenco di baraccamenti e forti privi di artiglierie, per la maggior parte fuori della città, che potrebbero essere abitati dalle truppe. Fo osservare che dovrebbero essere invece allontanati da Pola i jugoslavi e dare le caserme ai nostri. L’ammiraglio obbietta che un grave malumore potrebbe nascere da questa disposizione provocando disordini. Ad ogni modo convoca per l’indomani una riunione dei capi dei reparti delle diverse nazionalità ». 8 Novembre. « Dispongo perchè in giornata un reparto di fanteria occupi la stazione ferroviaria. D’ordine dell’ammiraglio si stabilisce che nessun viaggiatore possa entrare nella città senza preventiva autorizzazione, mentre per contro si da ampia facoltà all’ufficiale comandante di stazione per l’esodo dei non italiani che desiderassero partitre.