R9 Buia ed uno a Pisino sarebbero sufficienti per il momento perchè il carattere di queste popolazioni, senza distinzione di nazionalità italiana o slava, mi sembra buonissimo. « Per il Comune di Rovigno le necessità e le condizioni sono le stesse, solo quella località, che era prima istituita in comune libero, è naturalmente più ristretta nell’interno ed assai povera come risulta dalle comunicazioni del comandante de\\'Ardito allegate alla mia relazione. Il capitano di vascello comandante L. Portaluppi ». Pelagosa. ( 8 Novembre 1918 ) Sbarco e ricognizione in forze a scopo di sgombrare completamente l’isola. TI 22 ottobre 1918 l’Ufficio del capo distato maggiore della Marina, a firma di S. E. Revel, scriveva riservatamente a S. E. il vice ammiraglio Cusani, comandante in capo del-l’Armata a Brindisi: « Potrebbe presentarsi, in un determinato momento la necessità di impedire, che dallo scoglio di Pelagosa sia esercitato servizio di vedetta e che i movimenti del nostro naviglio transitante in vista dell’isola siano così conosciuti dal nemico. « Per quanto risulta non esiste a Pelagosa alcun apparecchio difensivo, sicché deve riuscire relativamente facile impadronirsi con un colpo di mano delle persone che quivi eventualmente disimpegnano tale servizio: basterà all’uopo sbarcare di sorpresa un manipolo di gente svelta, che perlustri bene l’isolotto, catturi tutte le persone che vi si trovino e le porti seco prigioniere. E’ da escludersi la prolungata permanenza e tanto meno l’occupazione dell’isola. « Converrà che il colpo di mano sia effettuato da un manipolo di arditi scelti fra le compagnie del battaglione Grado giunte di recente a Taranto e Brindisi, convenientemente equipaggiate ed armate per la circostanza. « Essi potrebbero prendere passaggio su quattro torpedi niere costiere, che si presenterebbero verso l’alba sulla costa dell’isola e li metterebbero a terra con l’intesa di far ritorno a bordo prima del tramonto insieme con i prigionieri. Una