LIBRO SETTIMO. 399 fperanze de’ foccorfi Francefi co’dubbii dell’inondationi A- 1628 lcmanne . Oltre a quelle graviflime cure, i Venetiani, non traf- ¿SSSj curando le cofe del mare, infettato da molti Corfàri , ha- accorrendo vevano armati due gran Galeoni lotto ’1 Comando di Gio-van Paolo Gradenigo, che fcortati da due Galeazze , delle cmfai. quali era Capitano Antonio Cappello / detto Terzo , approdarono in AlelTandretta . Ivi ftavano forti cinque Vafcelli Francefi, quando altrettanti Ingletl da Corfo, entrati impro-vifamente, gli alf-ilirono con certa fperanza di farli lor preda. I Veneti, a vifta delle proprie Infegne , non potendo fofferire l’infulco, prefì in protetticne i Francefi, inferiori di glefi ne fai-forze, dopo dura battaglia fugarono gl’lnglcfi- I Turchi gra- XÌf" dirono la difefa del Porto, i Francefi la falute de’legni , f»««. le querele, che ne face van gl’ Inglefi, reftando con la ragione preftamente fopite . Nella Città poi pafsò qualche agita- agitata!* tione degli animi per interefll privati, che, per eifer’infoli-ti, meritarono rifletto . TraiTero origine da difgufti trà due Patritie Famiglie, cioè la Cornara di Giovanni, Doge , e la furti trà le Zena di Renieri, Cavaliere. Quefti di fpiriti fervidi haveva ¿“eFami* . 1 7«- . . , , gheCorna- in più occaiiom contra 1 altra invehitoj & éflendo uno de ro^zena. tre Capi del Configlio de' Dieci, s’era fervito dell’ autorità di quel Tribunale, per ammonire il Doge mede fimo , perche permetteife a’ Figliuoli trafeorrere con diverfe licenze . Giorgio trà quefti, fopra il quale pareva, che cadeifero i rimproveri , preione grandifllmo fdegno, infcio il Padre , Principe di (ingoiare pietà, e di fomma moderatone, affali poco appreffo nel Publico Palazzo il Zeno, mentre di notte , ufeendo dal Configlio de’ Dieci, haveva fcefe le fcale 3 & a Colpi di feure, feguitato da alcuni fic.irii, tentò trucidarlo. Ferito in più parti, fù tuttavia prefervato in vita 3 ma violata reftava la publica Dignità 3 un Configlio, ftimato Sacro nella Republica 3 la (tetta libertà del Governo. Il Cotnaro, con gran celerità affentatofi , fù bandito dal Configlio de* Dieci con capitali, e graviilìme pene, cancellato il carattere della fua Nobiltà , e nel luogo del delitto eretta memoria in marmo, ad efecratione del fatto. Perciò più fodisfatta la Giuftitia, che acquietati gli animi, il Zeno, nfanato, continuava ad invehire fovente da’ publici Arringhi contra tutta