296 Dal rapporto del comando del r. esploratore Sparviero al comando in capo dell’Armata navale e del Basso Adriatico (per conoscenza) ed al comando della iv divisione navale : « Bordo, 14 Novembre 1918. « In relazione agli ordini contenuti nelle istruzioni in data 12 corrente del comando della iv divisione navale, alle ore 21,30 dello stesso giorno lasciavo Brindisi in sezione con il r. esploratore Aquila. « Appena fuori delle ostruzioni metto a 20 miglia. Alle ore 8,45 del giorno 13, all’altezza del canale Spalmadori, data libertà di manovra all ’Aquila, dirigo per Porto Lesina dove mi ancoro in primo tempo fra il paese e l’isolotto Galisnik. « Inviato a terra il mio comandante in 2° per parlamentare, salpo e mi affianco alla banchina prospicente il paese. « Inizio lo sbarco degli uomini e del materiale, che procede con la massima rapidità e viene ultimato poco dopo le ore 11. « Ottenere lo sbarco amichevole, alzare la bandiera italiana su di un edifìcio pubblico, sistemare tutti i servizi per il distaccamento, sono state operazioni piuttosto ardue, data la esaltazione dei capi del partito jugoslavo, già ormai ammaestrati ed istruiti dai comitati centrali sulla linea di condotta alla quale dovevano attenersi. « Con tatto e fermezza si poterono, malgrado ciò, risolvere ad una ad una tutte le difficoltà. « Forse ad esaltare le speranze jugoslave concorse in questi giorni la notizia, subito diramata dai comitati centrali a tutti gli altri comitati, che truppe serbe erano entrate in Ungheria e che era imminente l’arrivo a Spalato di gran numero di forze serbe. « Anche il clero è decisamente contro di noi. « L’ordine pubblico però sembra non debba per ora venire turbato, ma il compito affidato ai nostri ufficiali ed ai nostri soldati non è semplice e richiede per gli ufficiali una somma di particolari requisiti. Credo quindi opportuno porre in rilievo la necessità che siano preposti a tali comandi ufficiali svelti ed esperti. « Le difficoltà di comunicazioni telegrafiche sussistono in quanto non è ancora definita la questione della occupazione militare dei telegrafi. A Lesina ho ritenuto opportuno limitarmi ad una parziale presa di possesso dell’ufficio, mettendo un servizio permanente di semaforisti concomitante a quello privato.