LIBRO SETTIMO. 429 mandò il Marchefc Federico Gonzaga a confegnarlo all’Al- 1619 dringher , che in vece del Collalto, ancora indiipollo, cornali-dava a quell’ armi. Gli Alemanni, tutto afcrivendo a nccef- agi' rifila , c non a rifpetto, tanto è lontano, che aiientiiìero alla r,‘lh‘e'j,Mo. fofpeniione dell’armi, fperata dai Duca, che anzi richieferodi no la f«* preiìdiare la Cittadella di Mantova , e guardare una Porta . Ri- ¡£¿„,¡"1 buttati dalla fperanza di confeguirla, perche il Duca irritato . fi moftrò rifoluto di foilenere la difefa, piantarono nel Borgo „puifa. più batterie, & in particolare nel Cimiterio, che vi ila in li-to alquanto eminente . Contra il Cerefo n’ indirizzarono altre, ¿enuo'i per fuperare quel poilo, col quale s’aprivano l’ingreiTò nell’ lfola del Thè, e potevano, più che altrove , alle muraglie della Città itcila accodarli. Ma , trovato fiero contrailo , e più volte con grave danno rifpinti, s’applicarono all’arte, accor-dando col prefidio una tregua di iòle tre hore, nelle quali, . cfcavando occultamente una ilrada coperta , forprefero il poilo , a così improvifo attentato fuggendo le militie , che lo guardavano con abbandono delle raunitioni, & dell’armi. 11 Durante , per l’importanza del luogo non potendo fofferire la perdita , c 1 danno, poco dopo fortito, gli difcacciò con grande bravura, fortificandovi!! in tal maniera, che refe in avvenire vani tutti gli sforzi nemici. D’alnfe parte, fino alla metà del Ponte di San Giorgio, fotto 1 calore delle batterie s’erano gli ileiìi Alemanni avanzati, quando da forte , e numerofa fortita aflaliti fi ritirarono addietro, lafciando armi , e gabbioni in potere del Duca . La Cittadella del Porto col Cannone diffi-cultava loro l’acceifo ; quando eiiì, artifìtiofamente cfpedendo a quella volta un Trombetta , mentr’egli a lento paiió s’avanza, & il prefidio intermette i tiri, per attendere qual meiìaggfo portaflè , piantarono un gabbione, e forto l’ombra di quello frettolofamente difendendone altri, fi coprirono con alzare terreno. I difenfori altrove fi rifarcirono , fcacciando da un’ho- , ^ ileria fortificata il Nemico, che dava loro grande molestia . wV*‘ Ma iè progrediva l’attacco, s’avanzava la fame nel campo, chiun da* Veneti i paili alla condotta de’ viveri, e de’ grani, ncbeiafa-de quali ancora tutta l’Italia miferamente pativa. Mancato alle militie il pane per più giorni, (lavano in procinto di ritirarli , quando dal Dominio Eccleiìattico gli venne copioiàrnente il gra- allontanar-