310 più squallida miseria, « sia in conseguenza della guerra e più a causa della sistematica spogliazione da parte del passato nefando Governo », invocava dal comando italiano immediato soccorso nel modo più pratico e generoso. In un rapporto, infine, del 21 novembre 1918 a S.E. Revel, l’ammiraglio Cagni, accennando all’occupazione di Veglia ed alla compagnia di marinai inviatavi con il cacciatorpediniere Pepe, per rimettervi e mantenervi l’ordine e proteggere le popolazioni, comunicava queste ulteriori informazioni: « Avendo il capitano di fregata Denti di Pirajno, comandante del Pepe, riferito che in effetti un numero abbastanza notevole di croati proveniente da Fiume esercitavano violenze morali e materiali sulle popolazioni, ho fatto occupare anche Castelmuschio ed altre località. E’ risultato anche che nei primi giorni del corrente mese erano stati arruolati molti giovani dai 17 ai 20 anni e mandati a Fiume per costituire legioni jugoslave, arruolamento facile nelle condizioni attuali della popolazione senza viveri ed in uno stato di panico. « Ho subito mandato viveri ed in un secondo tempo ho fatto occupare Dobrigno, che, al centro dell’isola, domina tutti i paesi, perchè da questo punto si può accorrere più facilmente e rapidamente in tutti gli abitati della costiera. Mi perviene ora dall’isola l’unita supplica che rimetto all’E. V. ». A chiusura di questo capitolo riportiamo il seguente importante brano di rapporto del 6 gennaio 1919 di S. E. Cagni, comandante dell’Alto Adriatico in Pola a S. E. Revel. « Quando fu occupato Castelmuschio, il 20 novembre, la popolazione, tutta croata, parve così ostile che qualche giorno dopo ritenni opportuno mandare in rinforzo due mitragliere. In seguito all’occupazione di Fiume parve inutile tenere quel distaccamento e lo tolsi. Poi, quando le truppe nostre avanzarono verso Buccari, ritenni conveniente rimettervelo. I nostri uomini furono questa seconda volta accolti molto cortesemente, fatto rimarchevole perchè dimostra quale rapida conquista dell’anima croata facciano i nostri marinai. « Ciò fa ritenere che in pochi mesi i croati delle isole saranno convertiti alla nazionalizzazione italiana, purché il governo militare con la sua semplicità continui a dirigere la propaganda fra gli isolani. « La propaganda si compone della presenza dei nostri distaccamenti, con esclusiva autorità non contrastata da autorità politiche civili, e dei viveri »,