132 « Sulle porte del paese trovavo riunita e vestita a festa una rappresentanza della podesteria, i capi del comitato jugoslavo, i notabili ed il parroco. Tutti portavano coccarde jugoslave. Una notevole percentuale parlava abbastanza bene italiano. « Chiesi del podestà, del comandante e degli ufficiali del presidio esprimendo il desiderio che si presentassero tosto da me insieme a tutti i soldati presenti. « Dietro dichiarazione formale della rappresentanza comunale che il comandante si trovava in licenza ed il podestà a Ragusa presso un comitato centrale jugoslavo, domandai del vice podestà e degli ufficiali presenti. Di questi si presentò soltanto un tenente medico al quale ordinai di riunire tutti i militari e di tenersi a mia disposizione. « Alla rappresentanza comunale, al comitato jugoslavo ed ai notabili spiegai chiaramente, secondo le direttive avute, le ragioni che rendevano necessario il nostro sbarco a Meleda esprimendo il convincimento che, come già in altre isole vicine, anche la popolazione di Meleda avrebbe accolto con entusiasmo i soldati italiani. (( La massa acclamò l’Italia, ma i dirigenti del comitato, pur esternandomi i loro sentimenti di simpatia verso l’Italia e l’Intesa, mi fecero rispettosamente capire che il desiderio della popolazione era di unirsi alla Grande Jugoslavia. « Risposi che questi non erano argomenti che io potevo trattare; che il mio compito era solo quello di assicurarmi dei sentimenti di simpatia della popolazione verso i nostri soldati. « I notabili mi dichiararono che avrebbero visto con piacere gli italiani fra essi, ma che però non avevano viveri. « Li rassicurai sull’argomento ed invitai il presidente del comitato ad il vice podestà ad alzare, come d’intesa con V.A.R. la bandiera bianca sulla Podesteria. Ciò fu fatto immediatamente non senza un tentativo, che troncai sul nascere, di alzare invece la bandiera jugoslava. (( Presentai quindi il comandante della compagnia dei marinai invitando sia il consiglio comunale che i capi del partito jugoslavo a considerarlo come la massima autorità dell’isola, e ciò per il benessere stesso degli isolani. « Stabilii quindi, in linea di massima, coi notabili del paese, la suddivisione degli alloggi per gli ufficiali (municipio) e per una parte dei soldati (caserma). « Inviai l'anziano a voler inviare al più presto al punto di sbarco quanti più muletti potesse per sollecitare il trasporto in paese dei sacchi di viveri e dei bagagli della compagnia italiana. L’ordine fu dato ed eseguito prontamente e volentieri, tanto più che l’arrivo dei viveri assicurava la popolazione che i nostri marinai non avrebbero avuto bisogno di ricorrere alle magre provviste locali.