156 pur provando profonda gioia per la liberazione, sentono nell’animo loro vivo il dubbio che Pola rimanga agli italiani. <( Le vie sono battute da pattuglie di jugoslavi. Colpi di fucile echeggiano in diverse direzioni. L’hôtel Riviera è abitato tutto da militari austriaci. Si prova realmente che Pola sia occupata da nemici e che questi esercitano la vigilanza necessaria per conservarne il possesso ». 6 Novembre. « Al mattino, di buon’ora, alcuni italiani vengono all’albergo a manifestare le preoccupazioni della cittadinanza. Sembra a loro impossibile che Pola possa divenire nostro possesso. Migliaia di soldati vi sono acquartierati, ne guardano i forti, le polveriere, i magazzini e gli edifici pubblici. Il personale croato ha in mano tutti i servizi e comanda da per tutto. Il popolo è oltremodo impressionato per il fatto che la polveriera di Vallelunga sia in mano ad un soviet slavo, il quale tiene la città sotto l’incubo di far saltare l’enorme quantità di esplosivi contenuta nei depositi. « Esco subito dopo. Vado alle caserme dove sono alloggiati i nostri. Nessun incidente si è verificato. Ritengo comunque necessario riunire le truppe in un caseggiato unico e adatto allo scopo; ispeziono a tale scopo la scuola macchine e constato la possibilità di farla sgombrare dagli austriaci alloggiandovi i nostri marinai. « Secondo l’ordine comunicatomi alle ore 9, mi trovo all’Ammiragliato per assistere alla conferenza di S. E. l’ammiraglio Cagni con l’ammiraglio Koch. Durante tale conferenza si decide di occupare nella giornata la grande stazione r.t., il castello di Pola, i forti Mussil e Maria Luisa e la polveriera riservata di Vallelunga. « S. E. l’ammiraglio Cagni mi ordina di compiere tale occupazione. Subito, accompagnato dal tenente di vascello austriaco comandante la stazione r.t., ne visito i locali e stabilisco le modalità con le quali il tenente di vascello Casati, con un plotone e con il personale r.t. disponibile avrebbe preso possesso nel pomeriggio della stazione in parola. <( Appena rientrato, ritorno alla caserma. Invio una compagnia, agli ordini del tenente di vascello De Pisa, verso Vallelunga; quattro plotoni, con il tenente di vascello Savino, verso i forti Mussil e Maria Luisa; un ultimo plotone, con il tenente di vascello Pinna, al castello. (( Accompagnato dal tenente di artiglieria jugoslavo Virant, delegato dall’ammiraglio Koch e munito dei necessari poteri, con ordini scritti e firmati dallo stesso ammiraglio, mi reco successivamente ai forti Maria Luisa e Mussil. Ma al nostro