356 per la tutela dell’ordine, ed in accoglimento delle giustificate invocazioni dei connazionali, come si rileva dai seguenti rapporti speciali del 23 novembre e del 3 dicembre 1918, diretti a S. E. il capo di stato maggiore della Marina, circa la situazione a Spalato. Dal rapporto del 23 novembre 1918 : « Il comitato jugoslavo di Spalato si agita molto ed ivi convengono i più facinorosi dall’interno della già monarchia austro-ungarica. « Il grido di dolore che mi giunge dagli italiani di colà è insistente e grave, perciò io reputo mio dovere proporre sia al più presto provveduto per lo invio a Spalato di una nave da battaglia delle nazioni alleate che abbia l’incarico di mantenere l’ordine in città sbarcando forze, ecc. « Naturalmente il mio desiderio sarebbe che fosse italiana; ma se ciò non potesse essere, dovrebbe almeno essere a turno delle Nazioni alleate con consegna sul posto ad ogni cambio ». Dal rapporto del 3 dicembre 1918 : « Le condizioni di Spalato vanno sempre peggiorando, e ne è prova l’unita lettera che lumeggia le sopraffazioni cui sono soggetti gli italiani di colà. (( Pur tenendo presente che nella Penisola Balcanica, al di fuori dei territori da noi occupati in virtù dell’armistizio, l’alta direzione delle operazioni spetta al generale francese comandante in capo l’armata di Salonicco, io sento il dovere di proporre che a quanto si fa a Spalato non sia estranea la nostra bandiera. « Propenderei come misura immediata per l’invio di una nave da battaglia che mettesse a terra la sua forza da sbarco permanendovi alla fonda. Ciò aiuterebbe il passaggio e la requisizione del naviglio mercantile già austro-ungarico alla nostra bandiera con salvacondotto, ecc., perchè sò a Spalato piroscafi, ma non posso esercitarvi azione alcuna: invece per quelli di Cattaro mi rivolgo al comando in capo dell’Armata. « Converrebbe che la nave a Spalato fosse potente. Intanto proverò a rivolgermi al comandante americano colà pelle predette navi mercantili già austriache. ic Ma quello che più interessa è la condizione dei nostri connazionali, perchè il confine del Trattato di Londra riprodotto nell’armistizio li esclude dal nostro territorio. « Anche geograficamente, militarmente ed economicamente il confine della Dalmazia nostra dovrebbe essere (a sud e sudest) il corso del Cetina, con diritto di proprietà completo sulle