71 « Li rassicuro e li invito ad attendere con calma le decisioni che l’Intesa sta per emanare. « Nella notte dal 4 al 5 prendo le precauzioni contro eventuali attacchi di sommergibili, ed il mattino del 5 prendo possesso del porticciuolo, in cui mi ormeggio, entrandovi con la poppa, e dove con maggiore efficacia posso premunirmi da offese notturne. « Nel pomeriggio del 5 concedo la visita del cacciatorpediniere agli italiani, fra indimenticabili manifestazioni di patriottismo e di fede. Le autorità di Laurana (comune di 600 abitanti quasi tutti italiani) chiedono la presenza di una nave o di un picchetto armato per alzare bandiera italiana sul municipio. « TI giorno 6 nel pomeriggio la folla dei visitatori è anche maggiore e si ripetono le scene di patriottismo del giorno innanzi e mi vengono rinnovati gli inviti per concedere a Volosoa e a Laurana lo stesso onore che ebbe Abbazia. « Ad Abbazia la maggioranza della popolazione è iugoslava, ma in questi giorni il numero degli italiani che mostrano la coccorda è andato crescendo. La città si mantiene tranquilla e la presenza del cacciatorpediniere e dei marinai armati a terra ha prontamente moderato l’albagia con ciii la maggioranza iugoslava trattava gli italiani prima dell’arrivo del-V Acerbi. « Ritengo però necessario che una rappresentanza armata continui a rimanere qui, per impedire odiose rappresaglie, e per evitare dolorose disillusioni negli animi ora così nobilmente infiammati dei nostri fratelli. « A tale riguardo mi onoro informare che, limitando i consumi di acqua e di nafta, la permanenza del cacciatorpediniere in questo porto potrebbe prolungarsi di qualche giorno ancora; sono però finiti i viveri freschi e si hanno ancora quattro giorni di quelli in conserva. « Infine sento il dovere di segnalare alla S. V. il tatto e l’efficace collaborazione prestatami da tutti gli ufficiali di bordo e particolarmente dal tenente di vascello Bona, imbarcato di passaggio alla partenza, ed il contegno altamente lodevole di tutto l’equipaggio il quale ha saputo mostrarsi all’altezza della circostanza sia nelle faticose veglie che la situazione impose, sia nelle affettuose ed educate manifestazioni di gioia con i connazionali, che ha prodotto negli stessi jugoslavi un manifesto senso di rispetto e di ammirazione. « Ad onor del vero aggiungo che le autorità jugoslave di Volosca, da cui Abbazia dipendeva, con premurosa cortesia aderiscono a tutte le richieste che vengono loro fatte. Il capitano di corvetta O. Po »,