227 accasermarvi tutto il personale, non essendo le baracche esistenti (del resto troppo lontane dalla città) abitabili senza una potente disinfezione. « Mentre a questo procedevo con il capo di stato maggiore, il comandante Monroy mi faceva informare che la città preparava un duplice attacco alle navi affiancate alla banchina : da terra con mitragliere e bombe a mano, dal mare con le torpediniere jugoslave che avevano acceso i fuochi. « Rientrato a bordo non vidi tracce di effervescenza e le notizie ricevute di movimenti in città di mitragliatrici e di armi non mi parvero così determinate da meritare molta fede. « Tuttavia quattro torpediniere jugoslave avevano realmente acceso i fuochi. Di più appresi che alla stazione r.t. il personale jugoslavo voleva ingerirsi di quel che il nostro faceva e non permetteva al personale di protezione di entrare nella stazione. Fui anche avvertito che presso la stazione r.t. in una baracca erano nascosti un cannone e bombe a mano. « « Non volli violare senza serie prove la concessa dilazione di 24 ore. Presi però i seguenti provvedimenti: feci attivare Clio e Albatros aggregando ad esse due mas per controbbat-tere misure offensive delle torpediniere jugoslave; occupai con due compagnie la stazione r.t., espellendone gli jugoslavi, tranne due radiotelegrafisti (ufficiali austriaci), che sono stati allontanati oggi; richiamai lina compagnia del comandante Monroy accasermata in posizione troppo lontana; le unità prepararono mitragliere e cannoni verso la città e posero posti di guardia. « Giungeva intanto a bordo l’avvocato Subatich, della presidenza del comitato di Sebenico, per chiedermi il favore di mandare a Zara con un mio mezzo un suo nemico politico, ma amico personale, l’avvocato Calvi, presidente della Associazione italiana dalmata. « Accolsi la visita con grande affabilità, ed aderii subito, tanto più che sapevo che l’avv. Calvi è persona egregia e fervido italiano. Accompagnando il Subatich in coperta vi trovai il comandante delle torpediniere che mi riferì di essere pronto. <( Vada pure, gli dissi ad alta voce, se le torpediniere jugoslave governano per uscire lasci fare, se accostano verso le navi le distrugga senz’altro ». Il Subatich impallidì e mi disse: Ma non siamo a questo punto. Certo, risposi, sono solo misure di precauzione, le torpediniere faranno rotta diretta e non succederà nulla. Ma le osservo che il loro comitato, che questa mane non ha trovato una torpediniera per farmi pilotare in porto, questa sera ne fa partire quattro. « Dopo questo episodio una sola torpediniera partì, le altre, una delle quali aveva già i fanali di via accesi, spensero i fuochi. Quella che partì era la 127 B. E’ andata a Spalato