28 betti Bodoni) e da questi rimessi il 4 novembre 1918 al comando in capo dell’Armata e del Basso Adriatico, rilevando la lodevole attività di tutti i componenti la spedizione, che, in condizioni di tempo avverso, e superando con perizia ed abnegazione ogni difficoltà, avevano espletato senza alcun incidente la missione loro affidata, proponendo per tutti un elogio all’ordine del giorno. « Durazzo, 28 Ottobre 1918. « In esecuzione agli ordini ricevuti, sono partito da Valona per San Giovanni di Medua alle ore 3 del 28 corrente con la 8 PN, la 23 OS e la 58 OL alla velocità di mg. 15. « Uscito dal passo nord di Saseno, ho diretto per passare a due miglia da Capo Rodoni e quindi per la foce del Drin, da dove ho proceduto costeggiando con la 8 PN, seguito a distanza dalle altre due torpediniere, fino all’interno del porto di S. Giovanni di Medua, nel quale ho dato fondo alle ore 10 e 15 minuti. <( Sceso a terra vi ho incontrato il tenente Bosio e due soldati di cavalleria giunti il giorno innanzi da Alessio, i quali mi hanno informato che gli austriaci avevano sgombrato la località il giorno 26. « A giudicare da quanto ho potuto vedere, gli austriaci avevano potuto asportare praticamente tutto il materiale mobile, e prima di partire avevano distrutto sistematicamente ed in modo quasi completo le costruzioni ed impianti che avrebbero potuto essere di qualche utilità per noi. « Così i ponti, pontili, baraccamenti, magazzini in legname ed i binari della ferrovia, i fabbricati ed altre opere in muratura, sono state fortemente danneggiate mediante esplosioni. Due sole case, di cui una è la dogana, sono però in condizioni di potere essere riparate in poco tempo. <( Inoltre hanno tolto tutte le segnalazioni per indicare le secche e l’entrata del porto; hanno affondato una grossa bettolina di ferro davanti il pontile della dogana ed altri cinque piccoli scafi di velieri nelFinterno del porto. Con tutto ciò l’area interna del porto non è stata sensibilmente diminuita e la capacità ed il rendimento di esso può essere facilmente ed in breve tempo restituito a quello che era al tempo della occupazione austriaca. « Occorre sopratutto rifare i pontili da sbarco bruciati e provvedere i mezzi per sollecitare lo sbarco dei vari generi, per custodirli a terra e per inviarli aH’interno.