a questa tradizione italiana. La fortuna di Trieste dovuta, come quella di Salonicco, più a elementi naturali, alla sua posizione geografica, al suo hinterland che non, come si crede da molti, alla sua appartenenza all’impero, specchia, per molto tempo, una pura italianità. È un fiorire di traffici, di commerci, di formidabili compagnie di assicurazioni, di colossali imprese marittime, e tutte, se non sono composte interamente di capitale italiano, hanno lingua, caratteri, movimenti assolutamente italiani. Le due gigantesche universali compagnie di assicurazioni che trovate rappresentate in Albania ed in Turchia, 1’ “ Adriatica „ eie “ Assicurazioni Generali „ sono organismi italiani. Agenti delle compagnie sono quasi tutti italiani. Vienna è ora penetrata nel “ Lloyd „evi comincia la distruzione della italianità. Ma molto ancora vi rimane. Capitani, camerieri, lingua di comando a bordo, tutto è italiano. 11 “ Lloyd „ fa un’aspra concorrenza a tutte le nostre compagnie, ma almeno porta all’estero, in tutti i porti, la nostra lingua ; attacca disastrosamente per noi le nostre posizioni economiche e pure, automaticamente, lavora un po’ per la nostra influenza. A Shangai i facchini del porto bestemmiano in italiano. I vapori del “ Lloyd „ sono i vapori italiani. A Costantinopoli, in Turchia, gli uffici postali austriaci hanno avvisi ed istruzioni italiane. La vita marinara dell’Austria passando per Trieste si è colorata d’italiano, anche nelle forme ufficiali governative. In Oriente si sente dappertutto questa influenza italiana che non si è saptito sfruttare pacificamente. Questo spiega anche l’influenza che l’Italia ha acquistato in Albania : gli Albanesi in rapporti commerciali con Trieste hanno appreso tutti l’italiano. Per controllare questa influenza l’Austria ha aperto scuole italiane. Dai porti l’influenza italiana è infiltrata anche nell’interno. Così si spiega come in Albania la lingua commerciale sia l’italiana, come in Turchia la greca. Nel Montenegro dapper-