-184­ mità verso la costa d'Asia il Provveditore Badoer. In avan­guardia le 7 galere di Malta precedute da 7 vascelli veneZlam (fig. 42) (1). Poco dopo mezzogiorno del 26 giugno 1656 con vento e corrente in poppa Sinau diede ordine alla sua flotta di met­tere alla vela, mentre le batterie costiere aprivano contempo­laneamente il fuoco sulla flotta veneziana. Sinau ordinò che si cercasse di sfondare le linee nemiche nel punto più debole, cioè sotto la costa d'Asia. Il Bembo, fatto al momento oppor­tuno tagliare le gomene delle ancore a tutti i suoi 19 vascelli, (;rdinò ch'essi dirigessero verso il punto minacciato. La mano­vra venne eseguita in modo perfetto essendo in testa alla for­mazione il Bembo stesso colla sua Capitana e Lazzaro Moce­nigo, che, scaduto nella carica, combatteva come volontario su una sultana catturata l'anno prima al nemico e che aveva ricevuto il nome augurale di S. Marco. Mentre si svolgeva la manovra delle navi a vela, il vento girò a ponente-maestro favorendo la mossa del Bembo. Sinau (I) Riporto un estratto di un Diario di Guglielmo Avogadro Comandante della galera Trevisana interessante perchè dà una idea dello spirito altissimo e della fiducia di vittoria che avevano i Veneziani nel momento di iniziare un com­battimento che si presentava assai grave. e Si vide anche alle rive sotto la punta dei Barbieri una truppa di huomini «turchi con una bandiera bianca segno di voler parlamentare. S. Eccellenza diede «ordine andassero le feluche a vedere quello pretendevano, li fu risposto, che un «turco comandante voleva parlamentare coll·Ecc.mo Capitan Generale; gli fu li­c sposto, che venisse al sicuro che sarebbe benignamente ascoltato. Prese !'im­e barco il Comandante turco, et passò alla capitana Gienerale et mentre saliva «la scaletta gli fu fatto onore non ordinario, et quando fu asceso vide S. Eccel­"lenza sotto poppa in abito di gala, in una comitiva di comandanti, che lo cor­ • tigiavano; restò stupito il turco comandante a veduta di tanta maestà, che forse e ai suoi giorni più non li sarà accaduto altrettanta veduta. Fece la sua esposizione «nel quale conteneva da parte del suo Capitan Bassà che cosa pretendevano in e questo passo, per non esser onesto, nè reputazione del nome ottomano, che «l'Armata veneta volesse aloggiare nel mare, che non era di sua tenuta, e che «però dovesse sgombrare, et lassar libera l'uscita all'Armata ottomana. Li fu ri­c sposto che mossi dall'esempio loro, che con modi tiranici, et sotto il titolo spe­«cioso di pace si era fatto lecito invader il Regno di Candia et che però sgom­e brando loro il Regno l'Armata Veneziana sarebbe ritirata nei propri porti et «che altrimenti facendo erano capitati quivi per trattarli da inimici. Si partì il c turco comandante tutto ammllazione et confuso di haver veduto, come in un «chiaro specchio una tanta grandezza, et risoluzione così gienerosa, et resoluta «al cimento, argumentando da questo l'esito della vittoria sortire infelice dai «canto loro».