vere recentemente un tedesco, il dott. Carlo Frey, ispettore generale e consulente commerciale della “ Meridionale „ mai da discussioni all’interno su questioni triestine è scaturito qualche cosa di buono, anzi all’apposto se ne riportò sempre l’impressione che si volesse trarre l’acqua dal molino della concorrenza (dei porti fluviali del settentrione dell’Austria) contro Trieste. Troppe pagine dovremmo scrivere ancora, volendo completare la serie degli appunti numerosissimi, prurtroppo, che si devono muovere al governo austriaco nei riguardi del porto di Trieste; ma la ristrettezza dello spazio ce lo vieta. Nè vorremmo destar nel lettore l’impressione che questo sia uno scritto di critica e di polemica, anziché di storia e di analisi. A differenza degli scrittori ufficiosi sullo sviluppo commerciale di Trieste, noi non diciamo che tutto fu ottimamente ideato o perfettamente eseguito e organizzato (chè il giudizio complessivo dato dalla camera di commercio sullo stato attuale del porto di Trieste ci smentirebbe____ “si lamentano ristrettezze di spazio deplorevolissime e dannose; i due porti commerciali sono distanti fra loro e mal congiunti; la divisione del lavoro fra punto franco vecchio e punto franco nuovo porta difficoltà enormi e spese altissime „) a differenza dei pessimisti non affermiamo neppure che tutto procede nel modo peggiore, che le cose vanno di male in peggio, che il porto funziona in modo pessimo, che l’ordinamento uon potrebbe essere più infelice (non affermiamo questo, perchè le cifre del commercio marittimo triestino lo smentirebbero:) a differenza degli uni e degli altri, con quella serena oggettività che manca agli uni ed agli altri; diciamo: lavori utili furono eseguiti, però non nella misura sufficiente, non a tempo, spesso non bene. Del resto il miglior modo per farsi un’idea esatta dell’opera del governo austriaco nel porto di Trieste consiste nel confrontare quest’opera con quegli degli altri paesi a favore dei loro porti : la Francia spese per i suoi porti circa un miliardo di franchi e si propone di spendere allo stesso scopo altri 642 milioni ; il regno d’Italia spese per i suoi porti circa