Gayda. — L’Italia d'oltre confine (Torino, Bocca 1914, pag. 336). ... Vi sono dei patrimoni dei quali si può disporre sebbene non si abbiano tutte le azioni nei propri forzieri. In politica, questi patrimoni si chiamano influenza e sono cosi nel legittimo uso corrente che tutti gli Stati ne cercano pubblicamente quanti più ne possono nei paesi stranieri. Francia e Germania cercano di diffondere scuole in tutto l’Oriente. Italia ed Austria lavorano su questo programma da molto tempo in Albania. L’Adriatico serbò sempre il carattere italiano : prima Aquileia è messa da Roma a guardia dell’impero sul-l’isonzo. Poi Venezia conquista tutta la Dalmazia, Napoleone riconosce l’Istria necessaria alla difesa dell’Italia e la annette. Cade l’impero ; pure il sentimento d’italianità permane, ed è tanto forte che proprio nel periodo di maggiore lotta contro l’elemento italiano, nel 1854, si promulga in italiano un “ Editto politico di navigazione mercantile „. L’Austria stessa non sa immaginare la vita del suo mare disgiunta dalla lingua italiana, e le sue prime scuole nautiche sono italiane. Quella di Trieste fondata da Maria Teresa, riesce a conservarsi, anche quando la bufera ger-manizzatrice di Giuseppe II fa scomparire tutti gli altri Istituti italiani della città, scuole elementari, ginnasiali, liceali. La burocrazia, il sistema politico sono tedeschi : la navigazione è solo italiana. La lingua corrente d’uso anche nella marina da guerra fu, ed è spesso ancora, l’italiana, se anche i regolamenti lo vietano espressamente. Tutta la storia, l’ascesa dell’Austria sul mare è legata