— 106 — viene oggi da Fiume è sempre la stessa. Abbandonateci — dicono tristamente agli italiani che vorrebbero giungere fino a pochi metri da Fiume (il tram cittadino conduce fino al confine istriano) — e lasciate che Fiume diventi la Rijek dei croati, i quati sino ad oggi tengono invece il loro quartiere generale a Sussak, dove già si svolsero dolorosi episodi della nostra lotta etnica. Abbandonateci — dicono — ma ricordatevi che gli italiani qui si sentono in casa loro, mentre gli slavi si sentono in terra di conquista. “ Questo è certo : gli italiani dovrebbero lasciare le loro case, gli slavi dovrebbero soltanto ritirarsi e dire : torniamo a casa nostra... Lo strazio degli italiani sarà infinitamente maggiore e non paragonabile a quello degli slavi. Non è questione soltanto di numeri e di cifre... „ Fiume porterebbe all’Italia, come Trieste, il dono magnifico del suo commercio. Guai, se annesso a Trieste, dovessimo lasciar Fiume alla Monarchia di Absburgo: ne potrebbe fare, veramente, una formidabile concorrente di Trieste. Annesso Fiume invece all’Italia, ai magiari ed ai croati — che hanno diritto allo sbocco al mare, mentre i tedeschi devono essere tributari per legge geografica dei mari del Nord — rimarrebbe la sponda croata che di là da Fiume si protende fino al promontorio della Dalmazia, lungo il canale della Morlacca. Ma gran parte del commercio dovrebbe avere in Fiume — porto naturale ed ormai avviatissimo — il suo sbocco. E lo avrà, se noi sapremo volere. Il destino d’Italia oggi dipende da un fenomeno di volontà. Noi perdiamo da anni le nostre battaglie non per sconfitte patite in campo, ma perchè ci dimentichiamo che vi sono italiani fuor dei confini che si fanno massacrare per noi. Massacrare: per Fiume il verbo non è esagerato. Noi li coro' niamo di oblio. Per noi Dante è divenuto retorica. I fiumani ci hanno mostrato di ricordarlo recando all’ampolla degli irredenti sull’ara di Dante in Ravenna il loro tributo. Ma noi non sappiamo neppure più ritrovare le tracce geografiche del verso trecentesco che conduce l’Italia al Quarnero.